Sono italiane e di buona famigliaL’identikit delle ragazze madri

La più piccola ha 15 anni, la più grande 17. Sono appena uscite dall'infanzia e si trovano all'improvviso catapultate nell'età adulta, alle prese con un bambino da crescere. Sono dodici le “mamme ragazzine” che nel 2011 hanno partorito al San Gerardo. In genere italiane. E di buona famiglia.
Sono italiane e di buona famigliaL’identikit delle ragazze madri

Monza – La più piccola ha 15 anni, la più grande 17. Sono appena uscite dall’infanzia e si trovano all’improvviso catapultate nell’età adulta, alle prese con un bambino da crescere. Sono dodici le “mamme ragazzine” che nel 2011 hanno partorito al San Gerardo. Storie diverse che non possono essere generalizzate. Ci sono le straniere, soprattutto sud americane che dimostrano qualche anno di più e che già per cultura sono portate a maternità precoci, ci sono ragazze già seguite dai servizi sociali, ma più della metà sono monzesi “di buona famiglia”.

«Si tratta di un piccolo gruppo di mamme -spiega Patrizia Verganiresponsabile dell’ostetricia della Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma- che è più o meno costante negli ultimi anni. Si tratta però di mamme un po’ speciali alle quali garantiamo tutta la protezione necessaria ». Mariolina Redaelli, ostetrica e responsabile delle sale parto di Monza, in trent’anni di servizio ha seguito moltissime gravidanze di minorenni, anche come volontaria presso il Centro orientamento famiglia di via Vittorio Emanuele. «In questo momento sto seguendo una ragazza di 17 anni che ha già una bimba di tre anni ed è di nuovo incinta. Di solito si tratta di ragazze che appaiono più grandi nell’aspetto fisico, vengono da me e vogliono sapere cosa vuol dire avere un bambino. Molto spesso sono più tranquille e serene delle donne che arrivano alla prima gravidanza dopo i 35 anni».

Certo, all’inizio per molte lo spavento è tanto: «Cerco di illustrare tutte le possibilità che hanno davanti, anche quella di partorire e dare in adozione il proprio bambino. In genere però le giovani scartano questa ipotesi e se decidono di portare avanti la gravidanza, scelgono anche di tenere il bambino con sé». Se c’è una famiglia alle spalle è tutto più facile – raccontano gli operatori – in altri casi invece le ragazze sono seguite dai servizi sociali, ci si occupa di trovare una casa d’accoglienza. Spesso il primo passo quando si scopre di essere incinta è rivolgersi a un consultorio. I due consultori pubblici di Monza sono in via Boito (039.2384450) e in via De Amicis, 17 (039.2384609), vi si accede per appuntamento, gratuitamente fino ai 18 anni e sono strutture della Asl.

«All’interno del consultorio di via De Amicis -segnala Corrado Guzzon, direttore del distretto socio sanitario di Monza- esiste lo Spazio adolescenti, che si rivolge agli adolescenti di Monza,Villasanta e Brugherio». È uno spazio di consultazione psicologica individuale rivolto ad adolescenti tra i 14 e i 21 anni che stanno attraversando difficoltà proprie della fase evolutiva. «Si tratta, in linea di massima,di percorsi brevi che accompagnano il momento di crescita».

«Nel 2011 abbiamo seguito 5 ragazze di 14 anni e 161 dai 15 ai 17 anni -spiega Federica Eynard, psicologa al consultorio di via Boitosi tratta di ragazze per la maggior parte italiane». In genere le ragazze minorenni che si rivolgono al consultorio chiedono una consulenza psicologica, sociale e sanitaria nell’area della sessualità, contraccezione e gravidanza.
Rosella Redaelli