Carate – Una gara che si poteva vincere (al 90′ con Dalla Costa a tu per tu), che poi si è persa (al 92′ con una disattenzione inguardabile da parte di tutti) in maniera invereconda, e che, ancora, si poteva pareggiare al 94′ (Arioli a tu per tu che tira alto). Ma alla fine hanno avuto ragione i padroni di casa. Quanto sopra dopo il gol iniziale  di Fioroni.

Ora la Caratese, terzultima in graduatoria, dovrà fare di necessità virtù, e magari tornare al successo, contro il fanalino di coda Solbiatese che gli azzurri riceveranno al “XXV Aprile” nell’anticipo di sabato (richiesto dalla Caratese, e al momento di scrivere non ancora confermato) per non far bisboccia con l’impegno casalingo della Folgore Verano. 

Inverosimile come gli azzurri abbiano gettato al vento l’opportunità, e ci dobbiamo ripetere, di portare a casa risultato e punti, dirimpettai nella circostanza di una formazione depositaria di anticalcio. Un Alzano Cene davvero irriconoscibile seppur allenato dal piccolo grande Sgrò che, a parte i conosciuti Valenti e Spampatti, non è sembrato gran cosa. Del resto la classifica sta lì a dimostrarlo. 

Ancora peggio gli azzurri che, tabellino alla mano, hanno avuto l’opportunità di far loro a gara, peraltro messasi bene sin dall’inizio. Due grosse disattenzioni dietro e poca lucidità in avanti hanno partorito uno score non in linea con la potenzialità delle due formazioni. Per la Caratese è uno stop duro in tutti i sensi: morale e graduatoria. Un consiglio agli addetti ai lavori: avanti così si va giù diretti, senza il salvagente dei play-out. Serve a questo punto unità d’intenti,non pensare alla gara con il Trento rivelatasi alla fine più deleteria (nel risultato assordante e per quanto è avvenuto nell’universo mondo nazionale per via dei record) che propedeutica per un futuro che a tutt’oggi non c’è mai stato. C’è bisogno di una Caratese tosta, tignosa, una squadra che deve vendere cara la pelle anche quando è avanti nel risultato. Chiediamo troppo?