Seregno – La città ha dato l’addio oggi pomeriggio, in una basilica San Giuseppe gremita, a Pierino Romanò. Tra le figure più nobili che hanno caratterizzato la storia della Seregno repubblicana, con il suo impegno nei settori della politica, della cultura e del sociale, dopo una lunga malattia, che ne aveva duramente provato il fisico ed il morale, Romanò si è spento martedì. Settantasette anni da compiere il 19 ottobre, Romanò è deceduto a seguito di una caduta notturna da una finestra del palazzo di via Sciesa dove abitava. Secondo i Carabinieri intervenuti sul posto per i rilievi del caso, la tragedia sarebbe da ricondurre ad un suo gesto volontario, deciso sulla scorta dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Gli amici che gli sono stati al fianco fino in fondo, però, accreditano la tesi di un incidente, che potrebbe essere scaturito da uno dei tanti malori che, con sempre maggiore frequenza, avevano minato le giornate del defunto.
Di professione operaio, iscrittosi al Partito socialista nel 1960, Romanò esordì come consigliere comunale nel 1964. Rimase nell’assise fino al 1992, ricoprendo anche tra il 1987 ed il 1991 gli incarichi di vicesindaco, nonché in momenti successivi di assessore agli Affari generali, alla Viabilità, alla Cultura ed allo Sport. Nel 1989, con gli amici Paolo Leveni e Roberto Galliani, promosse la fondazione del Circolo culturale Seregn de la memoria, intuizione rivelatasi il capolavoro della sua esistenza, che gli ha permesso di coniugare la proposta culturale all’attenzione al sociale e di tradurre nel concreto un’inventiva senza pari. È stato inoltre un apprezzato componente del Comitato antifascista e del Club Azzurri, oltre che autore di prosa e poesia di indiscutibile bravura.
P.Col.