Seregno dice addio al pugile CiceriBoxe e campione d’altri tempi

Un infarto, ha fermato, il cuore buono di Carlo Franco Ciceri, 87 anni e campione di pugilato di altri tempi. Nel 1942 era già nelle fila della Pugilistica seregnese e si era formato sotto la severa guida di Clemente Meroni. Aveva la licenza della Federazione pugilistica numero 10.861.
Seregno dice addio al pugile CiceriBoxe e campione d’altri tempi

Seregno – Un infarto, ha fermato, nella sua casa di via De Nova il cuore buono di Carlo Franco Ciceri, 87 anni, nato a Seregno il 23 gennaio 1926. Era un campione di pugilato di altri tempi, quando la boxe si faceva per pura passione e il compenso era il biglietto pagato per la trasferta e un panino, e nelle vene scorreva l’orgoglio di conquistare la vittoria e una coppa o una medaglia per arricchire il carnet della propria società. Si era accostato al pugilato giovanissimo. Nel 1942 era già nelle fila della Pugilistica seregnese che aveva sede nell’edificio dell’ex Gil (gioventù italiana del Littorio) di via Stefano e si era formato sotto la severa guida di Clemente Meroni. Aveva la licenza della Federazione pugilistica numero 10.861.
Era, un peso leggero, un pugile dal pugno forte da ko, tanto che trovava pochi avversari contro cui combattere. Nella sua carriera ha vinto tutti gli incontri, ma nel 1943 a Novara nella finale del campionato italiano sul ring ha trovato il suo compagno di scuderia Giuseppe Montrasio. Un match prevalentemente fatto di schermaglie per non danneggiarsi disputato in parità, ma vinto ai punti dal suo avversario. Con la maglia della Pugilistica seregnese ha combattutto a Pavia, Piacenza, Novara. Suoi compagni di scuderia sono stati Gatti, Dante Confalonieri, Pogliani, Montrasio, Pernieri, Ballabio, Sala ed Ernesto Formenti, diventato poi campione olimpico a Londra nel 1948, nei pesi piuma.

Ha dovuto appendere i guantoni al chiodo, nel dopo guerra, a causa di una frattura alla mano. Ha lavorato alla Breda di Sesto per diversi anni, poi s’era messo in proprio come autotrasportatore di mobili, ma a 60 anni suonati ha venduto il mezzo per godersi in tranquillità la pensione. Ha lasciato la moglie Iole e le figlie Eva e Wilma.