Seregno all’ultima spiaggiaPer salvarsi serve vincere

In campo con il Gozzano per centrare l'unico risultato utile: la vittoria. In caso contrario gli azzurri saranno retrocessi, complice anche la penalità derivata dall'utilizzo di Pupita. Ora, Nannini e Grassi suonano la carica e chiamano a raccolta i tifosi.
Seregno all’ultima spiaggiaPer salvarsi serve vincere

Seregno – «Nonostante tutti i problemi che abbiamo affrontato, l’opportunità di salvare la stagione è ancora intatta. Chiedo quindi ai tifosi di starci molto vicini, perché ne abbiamo davvero bisogno. Dovremo saper soffrire tutti insieme». Nelle sue cinque stagioni di permanenza a Seregno, di momenti come quello previsto domani ne ha già vissuti altri, in primis il famoso confronto diretto in Eccellenza con il Mariano di tre anni fa, quando un gol allo scadere di Mauro Sebastian Nannini portò la truppa allora allenata da Domenico Anania allo spareggio di Brugherio con in palio un posto in serie D, che il Pontisola vinse poi 1-0 con un acuto di Paolo Zirafa. Ma non per questo l’emozione sarà minore, tanto più considerando che, nel match casalingo (ore 15) contro il Gozzano, guidato per ironia della sorte proprio dall’appena citato centravanti bergamasco, gli azzurri avranno una sola possibilità di evitare la retrocessione immediata, quella di conquistare i tre punti in palio.

Lui è Daniele Grassi, 27 anni, difensore centrale, che a causa di un fastidioso infortunio sarà costretto al forfait.
«Non mi sarei mai aspettato di trovarmi in questa situazione così difficile -ammette l’interessato, cresciuto nel settore giovanile del Como, con cui ha giocato anche tra i professionisti, prima del passaggio al Sansovino-, anche perché la qualità dell’organico faceva e fa pensare che ben altri obiettivi sarebbero stati alla nostra portata. Purtroppo, però, quello che è accaduto è stato determinato da un insieme di responsabilità, che chiamano in causa la proprietà, la dirigenza e noi giocatori. Adesso, per tirarci fuori, sono convinto che sarà importante il contributo di tutti: non credo ad un unico salvatore della patria».

Continua ad essere forte, intanto, il rammarico per la penalizzazione conseguenza del tesseramento irregolare di Paolo Pupita: «Senza tralasciare il frangente in cui la sanzione è maturata, è evidente che, purtroppo, quei due punti in meno stiano rischiando seriamente di essere decisivi in negativo per la nostra classifica». Nell’ambiente, il malumore in proposito è ancora oggi palese: in molti hanno sottolineato che abbia pagato di più Carlo Garbelli, il dirigente firmatario delle distinte consegnate agli arbitri nelle partite in cui Pupita è stato schierato, pur se inconsapevole dell’irregolarità, che non lo stesso Pupita, che invece conosceva la sua posizione. Ma ormai la frittata è fatta e pertanto è meglio concentrarsi soltanto sulla prova contro il Gozzano.
P. Col.