Monza – Il Tar della Lombardia ha azzerato i vertici dell’Aci di Milano, accogliendo il ricorso di una socia dell’ente pubblico, e dichiarando nulla la nomina dei nove componenti del consiglio direttivo, tra cui Geronimo La Russa, figlio dell’ex ministro Ignazio, e quella del presidente Carlo Edoardo Valli. I giudici della terza sezione si richiamano a una norma di un decreto del 2010, nel quale viene stabilito che tutti gli enti pubblici devono essere «costituiti da un numero non superiore, rispettivamente, a cinque e a tre componenti». Il 22 luglio 2010, invece, l’assemblea dei soci ha nominato nove componenti del consiglio direttivo, tra cui anche Eros Maggioni, compagno dell’ex ministro Brambilla.
Secondo il Tar non è stata rispettata la «prescrizione limitativa del numero dei componenti gli organi amministrativi e di controllo». La nullità della nomina del presidente dell’Aci Milano, scrivono i giudici, deriva dal fatto di «essere egli stato nominato da un organo inesistente (in quanto a sua volta nominato con atto nullo)». Nel gennaio 2011, la “Lista per la Trasparenza”, esclusa nell’estate precedente dalla corsa per il rinnovo delle cariche all’Aci di Milano, aveva presentato esposti alle procure di Milano e Monza e un atto di diffida nei confronti anche dell’allora ministro del turismo, Michela Vittoria Brambilla. Sei mesi fa, quando era stata sollevata la problematica del numero dei componenti, l’Aci aveva chiesto un parere al Consiglio di Stato che in sostanza aveva confermato che gli organi dell’Aci non fanno parte di quegli organismi soggetti, per legge, dal 2010, alla riduzione del numero dei consiglieri.