Cavenago e Basiano – Solo dopo aver minacciato lo sciopero ad oltranza, ed essersi presentati sotto gli uffici della direzione, i lavoratori della Sarinox, attiva nel mondo dell’acciaio, hanno ottenuto quello che volevano: un incontro con la presidenza del gruppo imprenditoriale.
Dalla scorsa primavera 120 dipendenti sono in regime di cassa integrazione, per uno o due giorni a settimana. A luglio le tute blu avevano già incrociato le braccia per chiedere lumi sul loro futuro e su quello del sito brianzolo, che si divide tra Basiano e Cavenago Brianza. Grazie a quell’agitazione i vertici della società avevano fatto una promessa: entro il 15 settembre chiarire i dettagli del piano industriale che Sarinox vuole perseguire.
«Siamo al 21 e ancora non sappiamo niente – hanno detto i lavoratori questa mattina – abbiamo deciso di scioperare perché siamo arrivati ad una situazione paradossale: scoprire solo giorno per giorno se dobbiamo presentarci sulla linea produttiva». Molti dipendenti della Sarinox hanno situazioni di difficoltà sulle proprie spalle: «Praticamente la totalità di noi o ha una famiglia cui badare, o ha un mutuo – hanno detto all’unisono – chi deve cambiare le gomme alla propria vecchia auto ci pensa bene prima di farlo, perché preferisce mettere da parte i soldi, non sapendo se la busta paga a fine mese arriverà e quanto sarà pesante».
Solo dopo due ore di mediazione tra i rappresentanti sindacali e l’azienda la situazione si è sbloccata: il presidente del gruppo, Andrea Sassoli in persona, incontrerà nella prima settimana di ottobre le maestranze e discuterà con loro un piano per rilanciare la Sarinox. Secondo riviste specializzate nel settore economico, i conti del gruppo Intersider, cui la Sarinox fa riferimento, nel 2010 avrebbero subito un calo dei ricavi di circa il 27,3 percento rispetto all’anno precedente.
Lorenzo Merignati