«Sì al reato di omicidio stradale»Appello dei genitori delle vittime

Ci sono anche i genitori di Matteo La Nasa, Mirko Lovecchio e Salvatore Longo nell'elenco delle famiglie che hanno deciso di chiedere l'introduzione del nuovo reato di omicidio stradale, firmando una pagina-appello sul Corriere della sera.
«Sì al reato di omicidio stradale»Appello dei genitori delle vittime

Monza – «Siamo i padri, le madri e i congiunti di vittime innocenti, uccise sulle strade d’Italia. Vittime per sempre di un dolore inconsolabile e di un sistema che non sa valutare la gravità dei reati commessi». Con queste parole inizia l’appello firmato da 41 famiglie che hanno perso un figlio, o una figlia, per un incidente stradale. Un appello straziante, pubblicato come inserzione pubblicitaria sul Corriere della sera in edicola domenica, per chiedere allo Stato l’introduzione immediata del reato di omicidio stradale «quale deterrente indispensabile per fermare il massacro». Una vera e propria «richiesta di giustizia», come definita dalle famiglie, che hanno anche deciso di pubblicare le foto di 39 ragazzi e giovani che hanno perso la vita sulla strada. Nell’elenco anche i nomi della famiglia La Nasa, che ha perso il figlio Matteo in un tragico e assurdo incidente a Lecco; o quella della famiglia di Salvatore Longo, un giovane lecchese che ha perso la vita sulle strade di Bernareggio. O di Mirko Lovecchio, morto la scorsa estate a Vaprio d’Adda.  «I nostri congiunti sono stati ammazzati mentre stavano semplicemente vivendo – spiegano le 39 famiglie -. Oggi, come ogni giorno, a causa dei comportamenti irresponsabili di chi guida, moriranno, secondo i dati statistici, altre dodici persone innocenti. Cinquemila vittime all’anno. Trecentomila feriti e 20mila disabili gravi. Noi familiari mutilati, orfani per sempre dei nostri cari, ci chiediamo perché chi governa non consideri una priorità risolvere questo problema. Infliggere una giusta pena di fronte a comportamenti irresponsabili è chiaramente un dovere dello Stato A ogni morte provocata deve seguire inevitabilmente una pena equa e certa».
L’appello è stato sottoscritto, tra gli altri, anche da personaggi noti del mondo della cultura, dello spettacolo e della politica come ALbano Carrisi, Alena Seredova, Barbara d’Urso, Carlo Rossella, Claudio Lippi, Elena Guarnieri, Giorgio Panariello, Massimo Boldi, Massimo Picozzi, Maurizio Costanzo, Paolo Del Debbio, Paolo Limiti, Pietro Lunardi, Rita dalla Chiesa, Rosario Fiorello, Vittorio Sgarbi.