Rifiuti pericolosi, siti contaminatiIn Brianza sono più di trecento

Sono circa 370 i siti contaminati censiti sul territorio della provincia di Monza e Brianza, di questi 230 non sono ancora stati bonificati. Idrocarburi e metalli sono le fonti inquinanti principali dei terreni. Da Desio a Cesano Maderno, Seveso, Villasanta.
Rifiuti pericolosi, siti contaminatiIn Brianza sono più di trecento

Monza – Sono circa 370 i siti contaminati censiti sul territorio della provincia di Monza e Brianza, di questi 230 non sono ancora stati bonificati. Idrocarburi e metalli sono le fonti inquinanti principali dei terreni, molti dei quali di piccole e medie dimensioni. La bonifica consiste nell’asportare il terreno contaminato e conferirlo a impianti di trattamento specializzati. Tra i macro casi, oltre alla “cava della ‘ndrangheta” di via Molinara, a Desio, scoperta nel 2008 durante l’operazione Star Wars e per la cui bonifica occorreranno 2,8 milioni di euro, la commissione d’inchiesta parlamentare  ha analizzato quello della Lombarda Petroli di Villasanta: «l’area era stata divisa in cinque lotti, di cui due già certificati, due caratterizzati e uno da caratterizzare e le sostanze contaminanti rilevate nell’area sono idrocarburi pesanti e leggeri, Btex (benzene toluene xilene) e metalli».

Poi c’è l’ex Acna di Cesano Maderno, «la cui bonifica è terminata per gran parte dell’area, mentre rimane attivo un sistema di bonifica di una piccola area dove il contaminante è costituito dalla trielina. Per lo sbarramento e la bonifica di quest’ultima area sono state costruite due barriere idrauliche e vengono eseguiti periodici controlli sulle acque di falda». Sempre a Cesano Maderno, l’ex discarica Snia: «dove sono presenti rifiuti e terreni contaminati da metalli come l’arsenico, fenoli, ftalati, solventi clorurati e ammine aromatiche. Per la bonifica del sito è già stato presentato un progetto che è in corso di approvazione ». Poi la ex Snia – Nylstar, sita nei comuni di Varedo, Paderno Dugnano e Limbiate: «la cui area è stata suddivisa in settori, alcuni già certificati, altri in fase di caratterizzazione e altri in fase di bonifica per mezzo di scavo e vagliatura dei terreni». «Le contaminazioni raramente sono evidenti ed è spesso difficile localizzarle e determinarne con esattezza l’estensione e la profondità».

Difficile infine far pagare chi inquina: «Spesso gli eventi risalgono anche ad un passato lontano e l’attuale proprietario dell’area è un soggetto completamente estraneo alla responsabile della contaminazione, ovvero succede che il o i responsabili dell’inquinamento siano insolventi o falliti».
Roberto Magnani