Paderno Dugnano – Erano partiti da Paderno Dugnano. Prima di finire sotto i colpi di un centinaio di proiettili di kalashnikov, bloccati da tre camion dati alle fiamme fermi in un furgone portavalori crivellato come in un paese di guerra. Alle nove del mattino, sull’autostrada A9 nel tratto Lainate-Como-Chiasso, si respirava ancora aria cattiva. C’era puzza di bruciato, di polvere da sparo, di adrenalina e sudore.
«La paura? Passata», dicono due guardie giurate vestite di scuro all’altezza dell’uscita per Turate. Il loro furgone è fermo sul lato della carreggiata, occupata da un camion posteggiato di traverso.
La ricostruzione – Pochi minuti prima delle sette di lunedì, all’altezza di Origgio, due furgoni blindati della “Battistolli”, un’azienda vicentina che fa trasporto valori, sfilano in direzione di Ponte Chiasso. Trasportano oro, circa 15 milioni di euro in lingotti. Sono partiti da Paderno Dugnano, li aspettano per le otto nella sede della Security Transport.
Uno dei due è carico d’oro, l’altro, che lo precede, è quello di scorta. Su ciascuno dei due mezzi ci sono tre uomini. Sono armati tutti di pistola, ma il caposcorta ha anche un fucile a pompa.
L’assalto – All’improvviso li affianca un camion che inizia a procedere a zigzag e a inserirsi tra i due mezzi.
Spunta un’auto, e dall’auto un kalashnikov. È un attimo. L’autista capisce tutto e accelera per cercare di sganciarsi. Ma mentre portavalori e scorta fuggono verso Como inseguite dall’auto, lo stesso camion che procedeva a zigzag si pianta di traverso in mezzo alla strada per sbarrare il traffico. L’autista attiva un fumogeno che, più tardi, la polizia ritroverà agganciato con del velcro tra i semiassi. Sull’autostrada cala una nebbia bianchissima e impenetrabile mentre un secondo camion, pochi metri più avanti, all’altezza dell’uscita di Saronno, viene dato alle fiamme.
A Turate, allo svincolo, ci sono altre auto, e un camion di traverso. L’autista del portavalori tenta di riguadagnare l’uscita in retromarcia, ma è troppo tardi. A bordo strada ci sono due uomini con un camioncino verde. Portano una pettorina della polizia, vestono un passamontagna, e iniziano a sparare. Sparano tutti. Tre, quattro uomini incappucciati spuntano dal camion, parlano con accento napoletano, impugnano un flessibile e scardinano le cerniere del portellone posteriore.
Li fissa la terza guardia giurata, seduta immobile nel precaveau del furgone. Loro prendono l’oro e fuggono.
La fuga – Dall’altra parte, in direzione Milano, non passa nessuno. A Lomazzo c’è un altro camion di traverso, in mezzo alla strada. Brucia, e impedisce ai pendolari diretti a Milano di procedere oltre. A Turate, in corsia sud, c’è solo un uomo, l’ennesimo componente del commando, fermo accanto a una Golf. Ha disseminato l’autostrada di bande chiodate. La attraversa a piedi con calma, raggiunge i compagni e con loro fugge via a bordo di quattro auto.
Le auto usate per la fuga verrano ritrovate ai vecchi magazzini di Turate, inscheletriti e abbandonati dopo l’incendio che li distrusse negli anni Ottanta. Il guardrail è aperto, le auto si buttano fuori dall’autostrada e si infilano negli edifici. Il tempo di salire su mezzi “puliti” e sparire nel nulla.
Le forze dell’ordine – Intanto a Turate una pattuglia della stradale di Busto si blocca con le gomme bucate dai tondini piegati, da Como arrivano altre volanti, carabinieri. Alle 8, una pattuglia della volante trova le auto. Sono un’Audi A3, un’Alfa 156, una Lancia Delta, una Fiat Bravo e infine la Golf, quella che era posteggiata in corsia sud.
Il traffico – È ancora mattina e, tra soccorsi e indagini, l’autostrada rimarrà chiusa fino alle 16.30 del pomeriggio. Col traffico dalla A4 verso Como deviato sulla Milano-Meda, tra le domande degli altri pendolari ignari.