Busnago – Nei giorni scorsi, in provincia di Milano, Monza e Lodi, personale della Compagnia Carabinieri di Cassano d’Adda ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Milano, su richiesta del sostituto procuratore d Adriano Scudieri, nei confronti di 6 soggetti (tutti di nazionalità albanese), responsabili di aver commesso, in concorso tra loro e con altri indagati, tutti identificati, numerosi furti ai danni di esercizi pubblici, situati nelle province di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Lecco, con il metodo della “spaccata” e tesi al trafugamento di videpoker e congegni cambiamonete.
L’attività tecnica – investigativa svolta ha permesso di rilevare il coinvolgimento di numerosi soggetti dediti alla consumazione di furti presso attività commerciali, di cui alcuni attivi nelle province di Monza e Milano. L’operazione, portata a termine nei giorni scorsi dai militari del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia carabinieri di Cassano d’Adda, convenzionalmente denominata indagine “Ariete”, ha posto fine all’illecita attività del gruppo, che aveva posto le proprie basi tra Cassano d’Adda (MI) e Trezzano Rosa (MI). Nel corso delle indagini, sono state tratte in arresto 12 persone, – dieci di etnia albanese e due di nazionalità rumena – di età compresa tra i 30 ed i 20 anni, e recuperati ben 19 veicoli rubati, utilizzati per effettuare le 18 spaccate a loro attribuite (42 videopoker rubati) che, nel complesso, hanno fruttato un bottino di circa 100 mila euro. I colpi sono stati messi a segno, nel territorio brianzolo, a Bernareggio, Concorezzo, Paderno Dugnano, Agrate, Busnago, Lissone, Verano, Caponago e Cambiago.
Particolarmente determinati e violenti, erano soliti agire incappucciati e, qualora scoperti, non esitavano a minacciare gli occasionali testimoni, lanciando contro di essi grosse pietre, che avevano sempre al seguito, occultate nell’abitacolo delle vetture utilizzate per effettuare i colpi. Una volta trafugate le consolle e le macchinette cambiamonete, venivano raggiunte zone periferiche, in aperta campagna, ove si provvedeva ad asportare il denaro contenuto, abbandonando poi sia la vettura utilizzata per il furto e sia il materiale trafugato. A bordo di una vettura “pulita”, un complice provvedeva poi al recupero dei restanti componenti il gruppo