Premiata sartoria orenese:dietro le quinte della sagra

Premiata sartoria orenese:dietro le quinte della sagra

Vimercate – La storia della Premiata sartoria orenese, così è conosciuta da tutti, comincia nel 1967 quando prende il via la macchina organizzativa della prima edizione della Sagra della patata, in programma l’anno dopo. All’epoca si trattava di una classica giornata di festa paesana con la patata nel ruolo di protagonista principale e la dama vivente come evento clou. Di realizzare gli abiti delle pedine, che rappresentavano le quattro contrade cittadine, si occupava un gruppo di donne orenesi, alcune sarte di professione, altre solo appassionate di taglio e cucito.

La sede del Circolo culturale di via Scotti si trasformava in quei giorni in una grande officina sartoriale. Sono i costumi, da sempre, una delle attrazioni principali della kermesse orenese, che va in scena quest’anno per la 24esima volta (il programma si è aperto giovedì, la gran chiusura è prevista per domenica 19). “Il tempo passa, ma ancora oggi la preparazione della sagra richiede un anno di tempo – spiega Paolo Brambilla, presidente del Circolo culturale orenese -. Alcuni costumi vengono presi in affitto, altri sono nostri e alcuni provengono proprio da quelle prime edizioni”. Attualmente ad occuparsi dei costumi è un gruppo composto da sei persone, costantemente impegnate durante l’anno a trovare spunti e idee innovative per le edizioni future.

Un lavoro enorme, spesso portato avanti da volontari, che spinge Paolo Brambilla a ribadire un concetto già espresso in altre circostanze: “La Sagra è ormai un evento culturale di grande livello e non accettiamo che venga sminuito (il riferimento è a un articolo molto polemico apparso su ‘Il Giornale’ lo scorso agosto, ndr)”. Finita la sagra, gli abiti riprendono posto nella soffitta del circolo, in attesa di essere riproposti alla prossima occasione. Negli ultimi anni la rassegna, pur conservando il suo forte spirito di appartenenza locale, ha compiuto diversi salti di qualità. Merito anche della collaborazione attiva di Angelo Sala, responsabile dei laboratori scenografici della Scala di Milano.

A lui si devono il fondale che sovrasta il palco allestito in piazza San Michele e l’organizzazione della dama vivente con la Fabbrica dei clown (sabato 18 settembre, ore 21.30 in piazza San Michele) che quest’anno promette grandi novità rispetto alle edizioni passate: ci saranno il maestro di cerimonia o capocomico, i due giocatori che si proporranno come due statue animate simbolo delle contrade, due acrobati, un giocoliere e un mangiafuoco. E stasera si inizia a fare sul serio: a partire dalle 21.30 concerto in piazza San Michele di Annalisa Minetti, vincitrice dell’edizione ’98 del festival di Sanremo. L’evento sarà preceduto dalla promozione, a cura di Acli e Campagna del millennio, di Stand Up Take Action (stop alla povertà). L’inaugurazione ufficiale della 24esima edizione della Sagra della patata si terrà domani, domenica 12, alle 10 presso la corte Rustica.
Simone Pace