Monza – Punita dal’ex marito perché voleva rifarsi una vita. Due condanne per il pestaggio della 38enne monzese, la cu storia venne riportata la prima volta nell’agosto 2010. La sentenza è stata pronunciata venerdì scorso dal giudice del tribunale di Monza Pierangela Renda. Duplice condanna, dunque, a due anni e due mesi per il monzese Maurizio Gullà, 39 anni, e Potito Russo, di San Giuliano Milanese, e risarcimento di 15mila euro a favore della donna (difesa dagli avvocati Monica Gnesi e Paola Antonelli), che era stata aggredita a colpi di mazza da baseball rimediando una brutta frattura ad una gamba. Assoluzione per il bergamasco Erry C., difeso dall’avvocato Paolo Ielasi, del foro di Monza. Lesioni gravissime le accuse contestate al processo, che si è celebrato col rito abbreviato.
La vicenda è quella di Caterina, un nome di fantasia, ex moglie di Gullà, che aveva querelato il marito dopo una separazione molto travagliata. Una fine del rapporto matrimoniale, che di ‘consensuale’ aveva avuto ben poco, visto che la donna racconta di liti furibonde, sin dai primi tempi. ”Lui me lo disse subito, chiaro e tondo: io non sarei mai potuta stare con nessun altro”, aveva riferito la cittadina monzese al ‘Cittadino’.
Ma il fatto contestato, che ha portato i tre al giudizio e alla condanna, dopo le indagini condotte dai carabinieri di Bernareggio coordinate dal sostituto procuratore Vincenzo Nicolini, risale al 26 maggio 2010, quando la donna, che all’epoca lavorava presso un ambulatorio medico della località del vimercatese, era rimasta vittima di un aggressione a colpi di mazza, che era stata documentata dalle telecamere installate in zona, le cui riprese sono finite nel fascicolo dell’accusa.
”Era già da qualche giorno che vedevo una macchina appostata, ma non ci avevo fatto caso più di tanto, poi una mattina di maggio, esco assieme ad una collega, giro l’angolo, e dalla stessa auto, con due persone a bordo, scende il passeggero, mi parla di un fantomatico debito che avrebbe avuto mio fratello e, con una mazza da baseball sfilata da sotto il sedile mi colpisce alla gamba: io scappo nella macchina della collega, e vengo colpita nuovamente alla bocca”.
Il risultato, oltre all’inevitabile shock, è una ferita al labbro, e la gamba fratturata. Prognosi di oltre quaranta giorni, e quindi accuse di lesioni gravissime. A quel punto, parte l’indagine dei carabinieri di Bernareggio, che prima identificano i due presunti aggressori in Russo e nell’imputato bergamasco (quest’ultimo assolto). Le indagini, in seguito, hanno confermato che il Russo era collegato all’ex marito della vittima, con il quale aveva pregressi rapporti di lavoro e di conoscenza. Nel corso del processo, le parti hanno anche preso visione del video dell’aggressione.
Federico Berni