”Parola cantata” tra gli applausiA Brugherio il trionfo è d’autore

”Parola cantata” tra gli applausiA Brugherio il trionfo è d’autore

Brugherio – Far cantare il pubblico di Brugherio con Davide Van de Sfroos era una scommessa facile da vincere. Inchiodare duemila persone in Villa Fiorita per il reading di Vinicio Capossela e del poeta Vincenzo Costantino Cinaski, invece, era roba per professionisti del gioco d’azzardo. Ma Mauro Ermanno Giovanardi e l’assessore alla Cultura Enzo Recalcati sono stati coraggiosi e fortunati: coraggiosi perché con l’happening della canzone d’autore hanno fatto saltare il banco; fortunati perché – nonostante previsioni minacciose – anche la pioggia è stata ad ascoltare i concerti, senza sentire l’obbligo di intervenire. Insomma, “Parola cantata” è stata un bel successo. E non si è fatta mancare pure il paragone, più volte evocato, con ”la piccola Woodstock”. Solo che là, la pioggia, era caduta davvero.

Numeri –
Tutto esaurito nella serata di Saturno, il sabato in cui 2mila persone (e qualche altro centinaio rimasto fuori da Villa Fiorita) hanno applaudito Lele Battista, un Eugenio Finardi in grande spolvero (blues), l’ottimo Niccolò Fabi, Capossela e Cinaski. Circa seicento (non solo donne) per il venerdì di Venere con Nada, Roberta Carrieri, Violante Placido e Nina Zilli e qualcuno di più per la domenica del Villaggio che ha fatto calare il sipario con la celebrazione della parola dialettale da parte di Syria e Pino Marino, Kaballà e Mario Venuti, Peppe Voltarelli e Davide Van De Sfroos. Numeri a parte, sono stati proprio i tre giorni senza andare fuori tempo a decretare il successo di una manifestazione che ha richiamato molto pubblico da Milano e dall’hinterland (soprattutto sabato sera) e che si è guadagnata sul campo la promozione all’anno prossimo. La formula vincente l’ha raccontata Syria prima del suo set con Pino Marino, dedicato al romanesco e a Gabriella Ferri: «Qua ha vinto l’amore per la musica, per la parola cantata. È un festival onesto, fatto soprattutto di istinto da artisti che, grazie alla grande amicizia con Joe (Giovanardi), hanno dato inizio credo e spero a un festival che negli anni diventerà importante, perché ci sono tutte le basi».

Chicche –
Tante le chicche disseminate in tre giorni di concerto. Il sipario si è alzato venerdì quando Paola Maugeri ha presentato Nada, alla prima data del suo tour estivo: ricordi dai Cccp e Giovanni Lindo Ferretti, i grandi successi (Ma che freddo fa e Amore disperato) e i nuovi titoli. Notevole il duetto tra Violante Placido e Giovanardi, impegnati in una personale interpretazione di “Bang bang”. È stato il primo assaggio di palco per il direttore artistico, tornato poi in scena in diverse occasioni. Grandi applausi per Nina Zilli, energica e trascinante in un’ora di musica soul e blues con la Smoke Orchestra in grado di far alzare ancora di più la temperatura.
Sabato c’è stata parola cantata e parola parlata. Tra un set e l’altro le interviste del giornalista Massimo Cotto hanno permesso di scoprire qualcosa di più dei protagonisti e del loro lavoro. Molto riflessivo Lele Battista, che ha presentato in anteprima il disco che uscirà dopo l’estate. A suo agio Eugenio Finardi («Mi sembra uno dei festival pop dei miei anni», ha commentato), come Niccolò Fabi che con “Vento d’estate” ha regalato il secondo duetto della manifestazione (sempre con Giovanardi). Perfetti Capossela e Cinaski, capaci di ipnotizzare i presenti nel reading “Parola suonata” tratto dal libro “In clandestinità”: un’ora di scambi verbali e un po’ di musica tra mr Pall e mr Mall, con omaggio al produttore dei cantautori Renzo Fantini («Un uomo che ha cercato sempre, entro le sue possibilità, di dare una mano»).
Domenica spazio ai “diversamente parlanti”: orchestrata da Antonio Silva, anima del Premio Tenco, la serata ha ballato tra la letteratura siciliana in musica di Kaballà poi raggiunto da Mario Venuti (che ha proposto “U pisci spada” di Modugno). E le nuove incursioni sul palco di Joe Giovanardi (l’autentico vincitore della manifestazione) durante le esibizioni di Syria e Pino Marino (in romanesco), Peppe Voltarelli (in calabrese) e Davide Van de Sfroos. Con loro la celebre “Curiera” è diventata “U postale”, in un’ideale unione Lario-Calabria.

Tutto il resto –
Posti esauriti anche agli eventi del pomeriggio organizzati tra il cortile della Casa del popolo, il teatro San Giuseppe e l’auditorium civico: i salotti di discussione sulla scrittura della canzone (con Frankie HiNrg e Emidio Clementi) e sulla parola dialettale (Voltarelli, Van de Sfroos e Luca Morino) hanno offerto spunti di riflessione interessanti e mai banali.
Tutto è filato liscio sotto gli occhi attenti di Croce rossa, polizia locale, carabinieri e protezione civile che per tre giorni hanno presidiato Villa Fiorita e dintorni. Mentre il contributo dei ragazzi dell’Incontragiovani (tra gli organizzatori insieme alla scuola musicale Piseri) si è sentito dietro le quinte e intorno al palco. Il sipario è calato tra gli applausi: l’appuntamento è per l’anno prossimo, quando agli organizzatori toccherà ripetere il successo.
Chiara Pederzoli