Paderno Dugnano – Tenuta praticamente in “ostaggio” per due ore nel negozio di parrucchiere dove era andata per farsi i capelli. E’ capitato a una giovane italoindiana protagonista di una spiacevole avventura, nella serata di sabato. Quando, dopo essersi fatta tagliare i capelli e aggiustare le unghie, si è accorta che la carta di credito con la quale doveva pagare non funzionava proprio. Non disponendo di denaro contante, la giovane ha cercato di usare la carta al bancomat della vicina banca. Ma anche questo tentativo non è andato a buon fine e la giovanissima non ha potuto fare altro che tornare nel salone di via Reali cercando di risolvere la situazione a modo suo.
E’ stato allora che i gestori del parrucchiere di Palazzolo hanno cominciato a dare in escandescenze. L’ora tarda dopo una giornata di lavoro, l’avvicinarsi del momento della chiusura e forse una scarsa conoscenza della pratica tutta nostrana di lasciare un documento come garanzia, hanno contribuito evidentemente ad esacerbare gli animi. Con la gestrice del salone di bellezza, anche lei giovanissima, che pretendeva i soldi a tutti i costi. Passati altri, tesissimi minuti, il gruppetto ha deciso di ricorrere quindi alle forze dell’ordine per trovare una soluzione: sabato di Pasqua, con l’orologio che si avvicinava alle ore 20, tutti i presenti si sono trovati d’accordo nell’affidarsi ai carabinieri.
Ma le pattuglie della stazione di via Toscanini erano in giro per altre, più importanti questioni di ordine pubblico. Di fronte all’indisponibilità delle pattuglie, per cause di forza maggiore, il clima si è fatto se possibile ancora più arroventato. Facendo affidamento sul fatto che il parrucchiere di Palazzolo si trova al confine tra Senago e Paderno, in pratica tutte le forze dell’ordine dei due Comuni sono state chiamate dai contendenti. Alla fine, quando ormai era ampiamente trascorso l’orario di chiusura, una pattuglia della Locale di Paderno ha fatto capolino nel negozio. Convincendo la parrucchiera ad accettare il documento di identità a garanzia, in attesa dei soldi.
Pier Mastantuono