Nova, accusa l’ex di stalking«Mi ha anche tamponato»

“Uscivo dal lavoro e me lo trovavo davanti. Pronto a riempirmi di insulti. Un giorno mi ha tamponato volutamente. Mi ha minacciato di morte”. Testimonianza carica di emozione quella di una novese davanti al giudice del tribunale di Desio Francesca Chiuri.
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Nova Milanese – “Uscivo dal lavoro e me lo trovavo davanti. Pronto a riempirmi di insulti. Un giorno mi ha tamponato volutamente nel parcheggio. Non una, ma più volte. Mi ha minacciato di morte. Non so come posso essere ancora viva”. Testimonianza carica di emozione quella di una novese, che davanti al giudice del tribunale di Desio Francesca Chiuri mercoledì mattina ha raccontato la sua storia di donna perseguitata dall’ex marito. Una storia di stalking, come, purtroppo, ne accadono troppo spesso, ultimamente.

L’uomo è stato denunciato dalla ex e per questo motivo ha già trascorso qualche mese ai domiciliari. Ora si sta celebrando il processo nei suoi confronti. In settimana l’ex moglie ha reso la sua testimonianza. Interrogata dal pm Paola Zambaldi ha raccontato il suo incubo, iniziato nel 2007, dopo la separazione consensuale. “Lui non si è dato pace. Mi ha perseguitato”. Per lei, la vita non è stata più la stessa.

“Non potevo più uscire di casa o andare al lavoro: lui era sempre lì appostato. Mi insultava, mi aggrediva”. Diversi gli episodi che la donna ha ricordato, lasciando intendere tutta la sua angoscia. “Mi ha detto esplicitamente: ti taglio la gola”. Poi il tamponamento: “Mi è venuto addosso con l’auto, di proposito. Quando i miei figli hanno visto come era ridotta la mia macchina hanno avuto paura”.

Violenze fisiche poche, per fortuna. “Solo una volta mi ha dato due schiaffi”. Tante però le violenze “psicologiche”. Quelle che fanno fatica ad essere dimenticate. Un esempio su tutti, con tanto di prova: la scritta di un insulto pesante sul muro davanti alla ditta in cui lavora la donna. “Sono uscita dal lavoro e ho trovato questa scritta” ha detto in aula la novese, mostrando al giudice la fotografia del muro.

Nel giugno 2009 la donna ricorda di essere stata aggredita, mentre rientrava a casa. “Lui mi aspettava. Mi ha chiesto l’anello che mi aveva regalato. Io mi sono rifiutata di darglielo. Stava per allungarmi le mani. Io mi sono difesa. Intanto le mie vicine di casa gridavano” . Il giudice ha rinviato l’udienza al prossimo 25 gennaio.
P.F.