Nomade raggira brianzolae le spilla 40mila euro

Nomade raggira brianzolae le spilla 40mila euro

Carate – Approfittare di un momento di debolezza di una persona sino ad arrivare a sottrarle qurantamila euro. È una storia squallida, quella che vede protagoniste una cinquantenne brianzola e una rom di 27 anni, Silvana Dargutinovik. La nomade per giorni, per settimane, ha ascoltato, spiato e scoperto il privato della brianzola tra le corsie di un supermercato, facendo leva sul fatto che di mezzo c’è un figlio malato, sfruttando addirittura la figura della Madonna, l’ha spinta in una spirale assurda. Ad agosto la malcapitata vittima del raggiro spinge il carrello tra le corsie di un supermercato nel Comasco, chiacchiera del più e del meno con persone che conosce e un giorno incrocia tra gli scaffali una giovane nomade con alcuni bambini. All’uscita la zingara le si avvicina, le chiede la carità, la signora risponde con un sorriso e allunga una moneta. Le due iniziano a parlare. Silvana Dargutinovik si dichiara portatrice di una missione.

«La Vergine è molto arrabbiata»
– L’ha mandata la Madonna. «La Vergine è molto arrabbiata con lei», dice alla cinquantenne e inizia a descrivere nel dettaglio particolari personali della vita della donna come malattie, decessi, momenti difficili che solo le amiche più care potrebbero sapere. La cinquantenne è spiazzata, quella zingara sa tutto di lei. La Madonna quindi è davvero arrabbiata e ha mandato la nomade per alleviare i suoi peccati. Non c’è dubbio: Silvana Dargutinovik ha raggiunto il suo scopo, carpire la fiducia della signora. Il discorso va oltre. La zingara le spiega di essere capace di sistemare le cose, accendendo delle candele, ma per questo ci vogliono soldi. La donna le dà 300 euro in contanti e da qui inizia l’incubo.

Ridotta sul lastrico
– Periodicamente le due si ritrovano nel parcheggio del supermercato nel Comasco e la zingara aggiunge particolari privati, insiste che le candele si spengono, la Madonna è sempre più arrabbiata, ci vogliono soldi, ancora soldi. La donna ha un figlio malato e questo non può che creare ulteriore angoscia. Consegna così cinquemila e poi diecimila euro, ma non sa più cosa fare. Ormai ha già pagato quarantamila euro, ma l’ultima richiesta è di cinquantamila. A questo punto trova il coraggio di denunciare l’accaduto ai carabinieri. Ormai al limite tra la disperazione e con un conto in banca in rosso, trova nei militari della compagnia di Seregno i confidenti sicuri con i quali vuotare il sacco. Si vergogna, eccome, ma cadere nella rete è stato facile. La zingara l’ha seguita, ha ascoltato i suoi discorsi al supermercato, ha sfruttato la sua disperazione per spingerla sino al limite.

Scatta la trappola
– Ora è il momento di fare giustizia. I carabinieri l’invitano ad acconsentire al pagamento da capogiro. Il punto di ritrovo è sempre il supermercato, ma questa volta la donna non è sola, intorno ai lei ci sono i carabinieri ben nascosti. La zingara arriva puntuale e insieme a lei c’è un complice. Non appena lo scambio sta per concludersi, gli uomini del nucleo operativo escono alla scoperto e la zingara viene immobilizzata. Tenta di divincolarsi, ma non c’è nulla da fare. Per lei si aprono le porte di una cella del carcere “Bassone” di Como. L’accusa è truffa aggravata. Dargutinovik, domiciliata in un campo nomadi a Torino, bazzicava nella zona dell’Erbese. È probabile che non sia nuova ad azioni di questo tipo, vista la maestria con cui è riuscita a raggirare la sua vittima. Per questo è stata diffusa la fotografia, nell’eventualità che altre vittime la possano riconoscere.
Cristina Marzorati