Napoleone combattè a Ronco?Battaglia storica per la Provincia

Basta spostare il confine in là di qualche metro, ed ecco Ronco Briantino proiettata nella storia internazionale per una battaglia di rilevanza storica. Succede all'interno del piano territoriale di coordinamento provinciale di Monza e Brianza. E non è un pesce d'aprile.
Napoleone combattè a Ronco?Battaglia storica per la Provincia

Ronco Briantino – Basta spostare il confine in là di qualche metro, ed ecco Ronco Briantino proiettata nella storia internazionale per una battaglia di rilevanza storica. Succede all’interno del piano territoriale di coordinamento provinciale di Monza e Brianza. Un errore di forma che però ha risvolti curiosi sul passato del paese, indicato nelle tavole con accanto l’asterisco dei luoghi teatro di combattimenti celebri. Non è l’unico, tra quelli che sono stati segnalati – attraverso le osservazioni spedite dal comune all’ente superiore – attraverso le osservazioni al ptcp. C’è anche una stazione ferroviaria che non esiste. E un’area archeologica che avrebbe restituito materiale ceramico.

La battaglia – Una battaglia, di fatto, ci fu, nella zona. Era il 1799, epoca napoleonica: un faccia a faccia violento tra i soldati francesi e quelli delle truppe di Austria e Russa alla cascina Francolino avviava un più cruento scontro, registrato a Verderio il 28 aprile 1799. Il problema è che nessuno di questi fatti si svolse su territorio ronchese, dal momento che la cascina Francolino si trova a Bernareggio.
«Si tratta di un equivoco – spiega il sindaco di Ronco Francesco Colombo – come quello che riguarda la stazione». Il simbolo di una locomotiva localizza infatti a nord uno scalo ferroviario «Lì si trova un passaggio a livello – continua Colombo – si era parlato di un’eventuale fermata, ma di certo non c’è nessuna stazione».

Archeologia varia – Quanto ai resti ceramici: «Io non ne so nulla». Così è ribadito anche nelle osservazioni, in cui si chiede alla Provincia guidata da Dario Allevi di rettificare le carte. Così anche per l’ex-cotonificio De Ponti, indicato come esempio di architettura industriale, nella realtà già interessato da un piano attuativo. O la cascina Lucchese, cui un intervento edilizio, ha già cancellato il valore storico come testimonianza dei canoni costruttivi dell’epoca cui risale. Errori simili – dovuti in quel caso all’aver fatto ricorso a mappatura ormai vecchia e sicuramente superata – erano stati denunciati anche a Cornate d’Adda, dove le carte del 1994, usate per il ptcp, hanno avuto per conseguenza l’aver compreso tra le aree di rilevanza agricolo persino quella in cui sorge attualmente il maggiore centro commerciale della zona, il Globo.

«Metodo sbagliato» – Circa la definizione di queste aree, al di là degli equivoci che devono aver fatto sorridere chi conosce il territorio e la storia di Ronco Briantino, il sindaco Colombo (il cui Comune possiede il pgt più verde di tutta la Brianza, citato a livello nazionale come esempio di programmazione urbanistica virtuosa) spiega il suo punto di vista. «Non siamo contrari al principio delle aree strategiche, ma al metodo. La Provincia ci chiede di bloccare ogni tentativo di espansione, cosa che abbiamo già fatto con il pgt, e va bene. Ma le aree strategiche devono essere giustificate da un valore agronomo».
Letizia Rossi