Muggiò Sembra incredibile, ma ad agitare gli animi dei muggioresi più di tutto sono le deiezioni dei cani. Un argomento più volte emerso durante gli incontri tra i comitati dei quartieri e l’amministrazione comunale, finito quasi sempre in litigio.
Sono al momento tre le aree cani attrezzate in città: nel parco di via Vittorio Veneto, in quello di Villa Casati proprio dietro al palazzo comunale e nell’area verde chiamata ?Bosco in città?, in via Montegrappa, dietro al cimitero di Muggiò. «Stiamo valutando la possibilità di predisporne almeno un’altra – conferma il sindaco, Pietro Zanantoni – e avevamo pensato di accogliere la richiesta di una trentina di cittadini di Taccona che hanno richiesto un’area cani all’interno del Parco del Grugnotorto. La proposta è stata approvata dall’amministrazione, anche se l’area cani non sarà collocata esattamente dove era stata richiesta».
Cambiamenti previsti anche nel giardino del quartiere San Francesco. Qui un’area dedicata agli amici a quattro zampe già c’è, ma risulta troppo vicina ai giochi dei bambini- «Si pensava di spostare il recinto, per rendere più sicura l’area dedicata ai più piccoli». Al di là dei propositi dell’amministrazione comunale alla base del problema resta l’inciviltà dei padroni dei cani. «Tutti hanno il sacchettino in tasca per raccogliere gli escrementi dei loro cani, ma sono molti a utilizzarlo solo se vedono una divisa in zona, altrimenti è molto più comodo fare finta di niente», aggiunge il primo cittadino, che quasi sorride del problema. «Non è certo l’emergenza più importante in città, ma è certamente fastidioso camminare sui marciapiedi o passeggiare nei parchi e ritrovarsi con le scarpe e i pantaloni imbrattati», continua Zanantoni.
E proprio al primo cittadino spetta anche il compito di ascoltare le rimostranze dei cittadini che vanno a lamentarsi di multe ingiuste. «Ricordo una signora che venne nel mio ufficio per contestare una multa che le era stata assegnata perché non aveva raccolto gli escrementi del suo cane. La donna mi disse che la multa sarebbe dovuta essere proporzionata alla taglia del suo cane. Non era possibile infatti che il suo piccolo Yorkshire pagasse come un alano».
C’è poi la questione del mantenimento delle aree verdi. Non basta infatti recintare una porzione di giardino, occorre poi nel tempo tenerla pulita. Un incarico gravoso per le casse sempre più vuote del Comune. Ecco allora l’idea: affidare la gestione e la pulizia di queste zone dedicate ai quattro zampe direttamente ai cittadini. Sono infatti i padroni dei cani che prendono in custodia la cura dell’area. In molti si danno appuntamento due o tre volte all’anno per ripulirle. Un bell’esempio di civiltà e senso civico.
Sarah Valtolina