Muggiò, rinegoziati i mutuiL’opposizione: che spreco

Muggiò, rinegoziati i mutuiL’opposizione: che spreco

Muggiò Rinegoziare i mutui in modo da trovare i risparmi per gli investimenti. È questo il senso del documento approvato dalla maggioranza mercoledì scorso in consiglio comunale, sotto gli strali dell’opposizione. «Un intervento disperato» ha accusato il centrosinistra «che costerà alla collettività 416 mila euro».

Si tratta, in sostanza, di allungare i mutui a 15 anni in modo da spalmare il rientro dal debito su un periodo più ampio, diminuendo la spesa annuale del comune per creare risparmio da reinvestire in servizi ed opere di pubblica utilità, come ha spiegato Alberto Giani, dirigente dell’area Finanziaria di Villa Casati: «Abbiamo chiesto un tempo massimo di 15 anni per ottenere un indebitamento medio il più basso possibile, individuando uno spostamento per tutti i mutui che si dilatano così su un arco di 15 anni. Questo permette di risparmiare denaro da iscrivere a bilancio».

Beneficio fino a un certo punto, critica Alberto Suppa (Pd), visto che i vantaggi di questa operazione si sentiranno fino al 2018, dopodiché gli interessi si faranno sentire pesantemente: «Questa non è un operazione di risparmio – ha sottolineato Suppa -, anzi fa crescere il debito pubblico della città e ha un costo salatissimo: 416.464 euro di interessi complessivi. Ci rendiamo conto che i tagli previsti dal governo metteranno in ginocchio i comuni, ma ci saremmo aspettati una politica più lungimirante: così si indebitano i prossimi tre sindaci di Muggiò e le generazioni future».

Secondo Ambrogio Calabrò (Pdl) in questo modo il comune potrà fare nuovi investimenti: «è vero che dopo il 2018 i flussi saranno negativi, ma si potranno eventualmente controbilanciare investendo in titoli risk free». Un ragionamento che ha lasciato perplesso Antonio Vendramin (Pd): «Il problema è che quel risparmio per gli investimenti è soltanto virtuale, perché con i tagli previsti sarà poi impossibile contrarre nuovi mutui. Dunque questa operazione non si traduce in una disponibilità reale, anzi dopo il 2018 ci saranno 300 mila euro di aggravio sul bilancio».

Una situazione che il capogruppo del Pdl Carlo Bianchessi non giudica particolarmente difforme dal passato: «Ci si indebita per fare investimenti per la città: da Rijoff a Zanantoni, da Fossati fino ancora a Zanantoni: bisognerebbe ragionare su quali opere verrebbero realizzate». Lapidario il giudizio dell’ex sindaco Carlo Fossati: «Il comune ha già avuto a che fare con gli swap. Anche in quel caso la filosofia era la stessa di oggi e medesima la giunta: avere vantaggi subito e lasciare problemi a chi viene dopo».
Luca Scarpetta