Muggiò, pediatri in rivolta:riforma, bimbi penalizzati

Muggiò, pediatri in rivolta:riforma, bimbi penalizzati

Muggiò Bambini dal pediatra solo fino a sei anni e dai sette in poi dal medico di famiglia come gli adulti: è questa una proposta di legge avanzata dal ministero della Salute che sta facendo discutere molto. Centinaia le mail inviate al Forum della Federazione dei pediatri di liberasScelta (Fimp).

Abbiamo voluto dar voce ai nostri pediatri: dottoressa Ambrogina Pirola, dottoressa Patrizia Picco e dottor Ferdinando Ragazzon, che operano nella struttura del Distretto Socio Sanitario di via Dante e che – da oltre 20 anni -hanno dato vita alla <pediatria di Gruppo>. Tremila sono i bambini muggioresi in carico ai tre pediatri che, insieme e in rete garantiscono l’apertura dello studio medico per tutta la giornata assicurando la continuità assistenziale.

<La pediatria di famiglia – spiegano i tre medici – in questi anni ha costruito una cultura scientifica e una cultura dell’organizzazione che non ha precedenti. Siamo stati talmente innovativi che gli studenti dell’Università della facoltà di medicina Dilani Bicocca frequentano i loro tirocini presso i nostri ambulatori di pediatria di famiglia. Ci domandiamo perché cambiare? Cambiando e togliendo i bambini ai pediatri cosa miglioriamo, qual è il valore aggiunto di questa scelta? Risparmio? Diminuirebbero forse le visite specialistiche? Ci mettiamo tanto di nostro per mantenere alta la qualità, ci aggiorniamo, partecipiamo a corsi? >.

<Nei nostri ambulatori pediatrici muggioresi- spiegano – lavoriamo sulla prevenzione è, all’occorrenza si eseguono test di laboratorio per individuare precocemente infezioni evitando, quando possibile, ricoveri che hanno costi elevati per lo Stato e creano disagi alle famiglie>. Togliere il pediatra nell’età fragile dei sei anni, verrebbe a meno tutta la nostra attenzione legata al disagio scolastico, alle problematiche in famiglia, alle malattie croniche ai disabili?.

<Questa proposta di legge si ritorce contro le famiglie che si rivolgerebbero ad un pediatra privato: subentrerebbe la privatizzazione, il ricorso alle assicurazioni, penalizzando le famiglie più povere e i pazienti più fragili a cui noi riserviamo maggiore attenzione>.
Cristina Mariani