Muggiò: Panem, continua la cassa integrazione

Muggiò: Panem, continua la cassa integrazione

Muggiò Continua la cassa integrazione alla Panem. «La situazione è si trascina da anni – spiega il sindacalista Paolo Castiglioni – La nota positiva rispetto allo scenario visto fino ad oggi è che l’azienda è disponibile a incontrarsi con noi in novembre per proporci un Piano industriale.
C’è la voglia da parte loro di rimettersi in sesto e di fare investimenti per rilanciare l’attività. Ci sono state iniziative ma non hanno spostato la sostanza». Intanto tra gli impiegati c’è chi è messo in cassa anche per due o tre settimane.

«La rotazione – spiega Castiglioni – è obbligatoria per legge, ma c’è una diversità di opinioni su cosa s’intende per rotazione per cassa integrazione straordinaria. La rotazione dovrebbe riguardare tutti i lavoratori, invece Panem sostiene che per alcuni di loro non esista più la funzione operativa all’interno dell’azienda e quindi sono quelli che più di altri vengono messi in cassa integrazione».

Ci preoccupa di più la situazione generale della società Panem. Non è che non c’interessiamo del lavoratore che è di continuo messo in cassa integrazione, ma l’unica cosa che può fare è di impugnare in prima persona la sua situazione anche attraverso il nostro ufficio legale. E’ un problema nel problema. Ciò che ci preoccupa anche è cosa succederà a marzo quando scadrà il primo anno di cassa integrazione.

«Ce la stiamo mettendo tutta per rilanciare l’azienda- spiega il direttore delle risorse umane Flavio Colombo – Stiamo mettendo a punto le procedure informatiche, rinforzando le aree vendite. Entrerà in funzione nelle prossime settimane un nuovo impianto per la produzione di pane di piccolo formato.
Non si sono registrati aumenti nei volumi delle vendite, le famiglie consumano sempre meno pane. Va aventi la cassa integrazione fino a fine febbraio poi si vedrà. La rotazione c’è in produzione, meno tra gli impiegati dove abbiamo 3 o 4 persone fisse e le altre cerchiamo di farle ruotare per una o due settimane. C’è uno studio in atto. Siamo fiduciosi».
Cristina Mariani