Muggiò: Panem, altra mazzata:sedici esuberi per gli impiegati

Muggiò: Panem, altra mazzata:sedici esuberi per gli impiegati

Muggiò Il mese di gennaio si chiude con un’amara decisione per la<Nuova Panem srl> di via Pavia: L’annuncio di 16 esuberi. Un duro colpo per i lavoratori che lo scorso mese di luglio avevano iniziato a riporre grandi speranze nel gruppo Novelli che aveva acquistato le azioni Panem. Da allora, la cassa integrazione a rotazione era comunque continuata. Tre lavoratori erano addirittura in <cassa> fissa da 15 mesi e lo sono tutt’oggi.

La speranza di una ripresa, però, c’era. Panem, storica azienda muggiorese, considerata la più importante del settore industriale del pane fresco e dei prodotti sostitutivi, si riprenderà di nuovo, forse. I nuovi proprietari hanno tutta l’intenzione di rilanciare il marchio, ma il taglio di personale sembra inevitabile. <All’incontro di martedì – spiega Paolo Castiglioni, sindacalista della Uilm Brianza – i dirigenti hanno ribadito che nel sito di Muggiò ci sono 16 esuberi tra gli impiegati. Una decisione drastica di uno scenario di grosse difficoltà economiche che annaspa da anni, aggrappandosi a due lunghi anni di cassa integrazione e prima ancora alla mobilità.

<Martedì è stata anche avviata la procedura di affitto di ramo d’azienda – continua Castiglioni – Ora il Gruppo Novelli avrà tempo fino a dicembre per formalizzare l’acquisto di Panem. Ieri i sindacati sono stati convocati al Ministero a Roma per discutere lo sviluppo del piano, entrarne nel merito. Con loro, anche i colleghi di Altopascio, l’altro stabilimento di Panem situato in Toscana che ha problemi ben più gravi e per il quale la decisione dichiarata del gruppo Noverlli, già a dicembre, è stata ancor più drastica: la chiusura>.

<A Muggiò, invece – prosegue Castiglioni – continua la revisione dell’organico impiegatizio e la proprietà conferma 137 posti di lavoro. Ce lo aspettavamo: è un percorso che – purtroppo – era già stato tracciato in precedenza. Si attiverà la cassa straordinaria di un anno fino al 22 dicembre, con la possibilità di aprire a fianco la procedura di mobilità. Noi abbiamo ribadito che la mobilità andrà fatta sempre su base volontaria e motivata. La questione è complicata dal fatto che l’azienda è controllata dal Tribunale, e quindi non può decidere da sola>.

Il tribunale di Monza ha infatti accettato la presentazione del concordato preventivo fallimentare, motivato dalla situazione di difficoltà finanziaria e di liquidità. Il Tribunale ha nominato un commissario. <Non dimentichiamoci – ricorda il sindacalista -che si tratta di un’azienda che – se non fosse subentrato il gruppo Novelli – avrebbe sicuramente chiuso. Ora siamo su file diverse. Certamente è una grande rabbia sapere che qualcuno qualcuno si troverà in difficoltà e in grossa sofferenza, ma per lo meno l’azienda continua ad essere attiva e 137 posti di lavoro sono salvi. Lo scenario è dunque meno fosco di quello che avrebbe potuto essere.
Cristina Mariani