Monza, torna Giuseppe GaribaldiGrande festa per l’Unità d’Italia

Era il mese di gennaio del 2011 quando il progetto è stato lanciato e ora, a due anni di distanza, l'obiettivo è stato raggiunto: la statua di Garibaldi voluta e pagata dai monzesi nel 1886 è tornata in piazza (in piazza Garibaldi, cioè davanti al tribunale) riportata a nuova vita.
Monza, torna Giuseppe GaribaldiGrande festa per l’Unità d’Italia

Monza – Era il mese di gennaio del 2011 quando il progetto è stato lanciato e ora, a due anni di distanza, l’obiettivo è stato raggiunto: la statua di Garibaldi voluta e pagata dai monzesi nel 1886 è tornata in piazza (in piazza Garibaldi, cioè davanti al tribunale) riportata a nuova vita. È stata l’Associazione mazziniani di Monza e Brianza a volere e sostenere l’iniziativa, riuscendo a trovare finanziamenti privati e alcuni fondi pubblici, come quelli messi a disposizione dalla Regione Lombardia proprio due anni fa, in concomitanza con il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, quando l’associazione chiamò a raccolta la città per regalarsi nuovamente i suoi Garibaldi.

Il simulacro dell’eroe dei due mondi, ripulito e restaurato, è stato inaugurato domenica 17, cioè nella giornata nazionale dell’Unità. Tutto è iniziato alle 11, con tanto di banda, in una cerimonia anticipata dalla posa di una corona di fiori alla targa che ricorda le quattro giornate di Monza, da parte sempre dei Mazziniani, a fianco della scalinata del municipio. Il monumento, in marmo, è identico a quello in bronzo dei boschetti reali, ma in realtà è l’originale: il Garibaldi di bronzo è infatti una copia realizzata nel 1914 proprio per il rapido deterioramento della prima scultura. Il monumento in marmo di Carrara è il risultato di un concorso pubblico della città di Monza, lanciato praticamente all’indomani della morte di Garibaldi, nel 1882.

Il concorso fu vinto da Ernesto Bazzaro, artista vicino alla Scapigliatura milanese, che lo concluse nel 1886. Il monumento rimase in piazza fino al 1914, poi sostituito dalla copia in bronzo trasferita nel 1934 ai boschetti reali, mentre l’originale finì nei magazzini e, in tempi relativamente recenti, nel cortile della scuola Olivetti di via Lecco, ridotto dal tempo e dallo scorso riguardo nei confronti del generale in pessime condizioni di salute, compresa la perdita di una mano. A 127 anni di distanza dalla sua prima inaugurazione, torna oggi nella sua sede, nella piazza che porta il suo nome e a due passi da quella intitolata ad Anita.