Monza – La tecnica è quella del cosiddetto “filo di banca”, già tristemente nota alle cronache, anche monzesi. I malviventi seguono la vittima di turno in banca. Individuano una persona che preleva somme di denaro ingenti e la seguono all’esterno, fino anche sotto casa, dove colpiscono anche in modo violento, scippandola dei contanti. In questo caso, però, i due malviventi arrestati dai carabinieri nei giorni scorsi utilizzavano una tecnica più “raffinata”, con il trucco del finto malore, e del furto che avviene con destrezza da parte del complice del finto malato, che deruba la persona distratta mentre soccorre il delinquente.
Un raggiro scoperto dai carabnieri della compagnia di Monza, che hanno eseguito due provvedimenti di fermo in carcere nei confronti di Angelo Maselli, 61 anni, e Raffaele Terracone, 65, entrambi di origine pugliese, già noti alle forze dell’ordine. I due colpivano soprattutto persone avanti con l’età. Le seguivano, fino a che uno dei due non fingeva un malore. L’anziano, nell’aiutarlo a rialzarsi, inevitabilmente si distraeva, e veniva derubato dal complice, abile nella tecnica del broseggio. Ai due vengono contestati cinque colpi, commessi a Monza, Cinisello e Milano. Negli episodi monzesi, sono riusciti a rubare dai 1000 ai 4000 euro. Il gip Maria Rosaria Correra, nei giorni scorsi, ha convalidato il fermo. Ai due viene contestato il reato di furto con destrezza, con le aggravanti dell’uso mezzo fraudolento, e, novità introdotta con l’ultimo pacchetto sicurezza, quella del reato commesso nei confronti di persona che ha appena effettuato operazioni bancarie. Il fenomeno del filo di banca aveva già trovato posto nelle cronache monzesi.
Lo schema è conosciuto ai carabinieri di via Volturno: all’uscita della vittima, “l’infiltrato” nella banca fa in modo di segnalarla ai complici appostati all’esterno seguendolo, oppure con un segnale predefinito. Poi avvengono le rapine, come già successo quattro anni fa in città. Particolare il mezzo scelto dai malviventi che si spostano a bordo di moto di grossa cilindrata o grossi scooter, imprendibili negli inseguimenti. Un anno fa, era stato colpito un anziano monzese: i due malviventi, ricevuta la segnalazione da parte dell’infiltrato all’interno della banca, avevano seguito il pensionato salendo direttamente con lui in autobus, con un terzo complice che li seguiva in moto. Fortunatemente per l’anziano monzese, che non si era accorto di nulla, a seguire i movimenti dei tre c’erano anche i carabinieri in borghese dell’aliquota operativa. Effettuando una ricerca su internet, ci si accorge che il filo di banca è un fenomeno delinquenziale tipico di Napoli, in particolare proprio della zona dei quartieri spagnoli, dove, secondo fonti investigative avrebbe sede una banda specializzata in colpi di questo tipo.
Federico Berni