MONZA – Una maratona per approvare il contestato Piano urbanistico della città. La maggioranza tenta il tutto per tutto: il presidente del Consiglio, Domenico Inga ha convocato consigli comunali ad oltranza tutti i giorni, sabato e domenica compresi in vista della scadenza del 18 marzo. Si comincia venerdì sera, in prima convocazione, poi sabato dalle 9 alle 19, domenica dalle 10 alle 20 e da lunedì a giovedì ogni sera ad oltranza fino a conclusione dell’oggetto in discussione. Tutto è stato deciso senza consultare la conferenza capigruppo alla quale la maggioranza ha deciso di non presenziare, quando si è accorta di non avere i numeri per sostenere le proprie ragioni. L’opposizione contesta duramente questa decisione. Antonio Marrazzo (Pd), Michele Faglia (Città Persone), Anna Mancuso (Fli), Maurizio Brioschi (Forza Lombarda), Vincenzo Ascrizzi (Sinistra ecologia e libertà) e Fabio Ferranti (Udc) in rappresentanza dei rispettivi partiti hanno convocato una conferenza stampa per spiegarlo: «Oggi è nato un accordo per il futuro della città che da 15 anni è ostaggio dell’urbanistica, noi vogliamo dire di no a questa spazzatura di variante».
Secondo l’opposizione questa volta si è superato il limite: «Quello che si è verificato martedì sera è gravissimo – dichiarano i 6 capigruppo compatti – i capigruppo della maggioranza pur essendo in Comune non hanno partecipato alla conferenza, salvo poi dettare al presidente del Consiglio comunale la calendarizzazione delle sedute poco dopo: anche il presidente del Consiglio, nello svolgimento del suo ruolo, si è prestato a questa forzatura di dubbia legalità e non c’è neanche il parere della commissione urbanistica su questo oggetto». E sono dure anche le parole di Roberto Scanagatti, candidato del centrosinistra: «E’ del tutto inaccettabile la maratona imposta dal sindaco Mariani per approvare velocemente la variante urbanistica, che prevede una colata di cemento da 4 milioni di metri cubi, più di 300 mila solo nell’area verde e agricola della Cascinazza, su cui insistono forti interessi della famiglia Berlusconi. Se l’esecutore è il sindaco, il mandante è Paolo Romani, assessore ‘fantasma’ monzese, il quale, dopo aver concepito lo scempio, è tornato in città giusto in tempo per assicurarsi la riuscita dell’intera operazione, compresi i vantaggi che deriveranno alla famiglia dell’ex premier».
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