Monza – Sarebbe vicina ad una svolta l’inchiesta sull’omicidio di Elvira Moguzzi, la pensionata uccisa il 29 luglio nella sua casa di Spalto Piodo. E’ atteso a giorni il deposito della consulenza richiesta dal sostituto procuratore Vincenzo Nicolini ai carabinieri del Ris di Parma, incaricati di effettuare accertamenti su diversi reperti sequestrati sul luogo del delitto. In particolare l’attenzione del Ris si concentra sulle macchie di sangue trovate sui pantaloni indossati dal fratello Emilio, indagato con l’accusa di omicidio assieme ad una giovane donna brasiliana, anche se l’attenzione degli inquirenti sembra maggiormente concentrata sul fratello della vittima. Elvira era stata trovata con due ferite alla testa, inferte con un’arma mai ritrovata, ma i primi riscontri dell’autopsia avevano chiarito che la morte era avvenuta per soffocamento. Carabinieri e procura mantengono il massimo riserbo sullo stato delle indagini.
L’accusa punta però sulla natura di alcune piccole macchie di sangue riscontrate il giorno stesso sui pantaloni di Emilio Monguzzi. L’ipotesi della procura, che sembrerebbe confermata dagli accertamenti del Ris, è che si tratti di macchie da spruzzo di sangue, cioè provocate in seguito ai colpi inferti. Al vaglio degli specialisti del Ris, la cui relazione è attesa ormai da diversi mesi, c’era anche la possibile direzione delle macchie. Se vanno dal basso verso l’alto, potrebbero confermare una delle possibili ricostruzioni operate dagli inquirenti. In particolare quella che vede l’omicida sopra il corpo della vittima, che probabilmente era chinata mentre rovistava dentro una cassapanca, che prima infierisce sulla donna colpendola al capo con un oggetto pesante (in casa manca il peso di una vecchia bilancia), e poi la soffoca provocando un rigurgito di sangue e saliva.
Agli esami del Ris, hanno partecipato in qualità di consulenti anche alcuni specialisti nominati dalla difesa di Emilio Monguzzi, gli avvocati Cristiano Viale e Anna Casiraghi. I periti della difesa propenderebbero per l’ipotesi in base alla quale Emilio, una volta entrato in casa, ha trovato il corpo della sorella a terra e gli si è buttato addosso sollevandola da terra e sporcandosi così i pantaloni. La difesa punterebbe inoltre sul grado di secchezza delle macchie stesse, che non sarebbe compatibile con il momento dell’omicidio. Al Ris era stato affidato anche il compito di verificare alcuni aloni trovati in diversi punti sul pavimento di casa. Forse altro sangue della vittima che potrebbe essere stata colpita la prima volta in un altro punto dell’appartamento e poi finita nella taverna al piano terra.
f. ber.