Monza, nuove strade terapeuticheper la leucemia linfoblastica acuta

Per combattere la malattia che colpisce ogni anno 500 bambini in Italia, oggi ci sono le “molecole freccia”. La nuova terapia è stata messa a punto in uno studio clinico internazionale checoinvolge il Centro Tettamanti del San Gerardo di Monza.
Le molecole frecciacontro la leucemia

Monza – Per combattere la leucemia linfoblastica acuta che colpisce ogni anno 500 bambini in Italia, oggi ci sono le “molecole freccia”. La nuova terapia è stata messa a punto in uno studio clinico internazionale che vede coinvolti il Centro di ricerca Tettamanti del San Gerardo di Monza, unico centro italiano, e altri centri in Inghilterra, Germania, Austria e Francia. Il progetto ha concluso la fase pre-clinica, iniziata nel 2005 e finanziata dall’Unione Europea ed è ora pronto per l’avvio della fase clinica che coinvolgerà venti bambini affetti da leucemie incurabili con i trattamenti standard.

«Il nostro obiettivo – spiega Ettore Biagi, ricercatore alla Fondazione Tettamanti – è quello di aiutare le cellule del sistema immunitario del bambino a riconoscere ed eliminare le cellule tumorali grazie a delle molecole artificiali, i “ricettori chimerici”, create in laboratorio che vengono “caricate” sui linfociti». «I nostri risultati pre-clinici – spiega Andrea Biondi, direttore del laboratorio Tettamanti e della Clinica pediatrica di Monza – hanno dimostrato come sia possibile manipolare i linfociti rendendoli delle vere e proprie frecce in grado di uccidere con grande efficacia le cellule tumorali e di stimolare la risposta immunitaria contro di esse. Ora si tratta di passare dalla fase di studio al letto dei pazienti». Il primo paziente è pronto per essere trattato in Inghilterra, mentre a Monza si conta di iniziare la somministrazione cellulare entro la fine dell’anno. In particolare saranno trattati dieci bambini a sessanta giorni dal trapianto di midollo osseo a scopo preventivo e altri dieci bambini nei quali le cui cure tradizionali non hanno debellato la malattia e l’analisi del loro dna mostra una malattia residua. La ricerca cellulare e genica è la nuova strada per la cura della leucemia che oggi in Italia ha una percentuale di guarigione dell’80%.

A tracciare la strada in questa direzione sono stati per primi gli americani: «Ho avuto la fortuna – spiega Ettore Biagi – grazie al Comitato Maria Letizia Verga e alla Fondazione Tettamanti- di fare un’importante esperienza nel 2000 a Houston dove era nata la prima “cell factory”. Ho condiviso quell’esperienza con altri ricercatori europei e nel 2005 abbiamo proposto all’Unione Europea di creare anche in Europa delle strutture simili. Da qui è nato “Childhope”, un progetto finanziato dall’Unione Europea per lo sviluppo di terapie innovative».

La fase clinica del progetto è invece interamente finanziata con 200mila euro dalla Fondazione Just Italia. «Abbiamo creato un kit di creme cosmetiche che abbiamo chiamato “Libera le ali” come le iniziali di Leucemia linfoblastica acuta – spiega Marco Salvator, presidente della fondazione- daremo un euro e mezzo per ogni kit venduto e ci impegniamo a coprire interamente la fase clinica dello studio». Se i risultati ottenuti saranno quelli attesi – ha concluso Biondi- «possiamo dire di aver compiuto un nuovo passo per guarire quel 20% di bambini che attualmente non riescono a vincere la loro battaglia contro la malattia».
Rosella Redaelli