Monza – Morta tra l’una e le tre del pomeriggio, a causa di una “asfissia da soffocazione diretta”, nessun segno di “spostamento del corpo” dal luogo in cui è stato trovato: quel magazzino al piano terra dell’abitazione in via Spalto Piodo 4 di Elvira Monguzzi, la 79enne uccisa in un caldo pomeriggio il 29 luglio, per la cui morte sono indagati il fratello Emilio, e un’altra donna sudamericana. Nei giorni scorsi sono stati depositati in procura gli esiti dell’autopsia effettuata sul corpo della pensionata. L’esame ha sostanzialmente confermato l’ora del decesso della povera Elvira, spostando al massimo di un’ora il possibile momento dell’omicidio, ipotizzato inizialmente a mezzogiorno.
Al momento in cui è stata trovata (il primo a dare l’allarme, era stato il fratello stesso, verso le 17.30) la tavola era apparecchiata, ma il pranzo non era stato ancora consumato. L’autopsia fisserebbe l’ora alle 14, ma con un margine di errore di circa un ora. L’autopsia si concentra naturalmente anche sulle ferite che presentava Elvira Monguzzi alla testa. Tre in tutto, di cui due lacero contuse, forse inferte in momenti diversi. Queste non sono considerate tali da giustificare la morte della donna; né sono compatibili con l’ipotesi della caduta accidentale dovuta ad un malore, come avevano escluso anche i primi soccorritori del 118 accorsi sul posto il 29 luglio. La pensionata brianzola, uccisa pochi giorni prima della partenza per le ferie, programmate a Limone Piemonte col fratello e la cognata, sarebbe stata soffocata (dopo aver ricevuto i colpi), probabilmente con un mezzo morbido, come un cuscino, una vestaglia, o un piumino. Il suo corpo, infatti, era stato trovato riverso in corrispondenza di un cassonetto in cui la donna conservava della biancheria.
Cautela dalla procura su possibili sviluppi dell’inchiesta dopo il deposito dell’esame autoptico. Le risultanze verranno probabilmente incrociate con quelle ancora attese dal Ris di Parma sulle tracce di sangue e gli altri reperti sequestrati nella casa del delitto. Le macchie di sangue sulla gamba dei pantaloni del fratello Emilio (da spruzzo o da trascinamento), le possibili tracce sulla macchina del fratello (ancora sotto sequestro), o ancora quelle possibili macchie di sangue lavate in vari punti della casa, a cominciare dalla scala o dal piano superiore, in cui c’era la vera abitazione di Elvira. Se queste ultime fossero sangue della vittima lavato, potrebbero far pensare alla donna colpita una prima volta in una parte della casa, poi stordita con altri due colpi e soffocata in corrispondenza del cassettone. Dopodiché l’assassino potrebbe aver fatto pulizia.
f. ber.