Monza – Sconcerto e dolore per la morte di padre Fausto Tentorio. I padri missionari della sede Pime di via Lecco hanno ricevuto la notizia in piena notte. “Padre Tentorio lo conosciamo tutti – commenta con poche parole padre Giancarlo Politi – è stato con noi in molte occasioni, anche nel suo ultimo soggiorno a casa, lo scorso anno”.
Il missionario è stato assassinato davanti alla parrocchia di Arakan. Da oltre 32 anni nelle Filippine, lavorava a stretto contatto con gli indigeni, minacciati dalla crescente industria mineraria. Padre Tentorio, nato a Santa Maria di Rovagnate (Lecco), era entrato nel Pime dal seminario della diocesi di Milano. Come ogni lunedì, aveva un incontro con i sacerdoti della diocesi nella casa del vescovo. L’assassino si è avvicinato a lui e lo ha ucciso con due colpi alla testa, per poi fuggire. Padre Tentorio lavorava da tempo fra i gruppi tribali della diocesi, vivendo con loro. La sua evangelizzazione comprendeva anche l’impegno per garantire sopravvivenza e diritti a queste popolazioni spesso derubati delle terre ed emarginate.
Il corpo di Padre Fausto è stato portato all`ospedale di Antipas, dove si è già recato monsignor Romulo G. Valles, vescovo di Kidawapan. L`ipotesi di portare il corpo di padre Fausto nella sede diocesana è stata respinta dai fedeli di Akaran, dove verrà riportato il missionario e allestita una camera ardente.
Si tratta del terzo missionario del Pime ad essere ucciso nelle Filippine e nell’isola di Mindanao. Nel 1985 padre Tullio Favali venne ucciso a Tulunan, nella diocesi di Kidapawan, da un gruppo di guardie private armate; nel 1992, padre Salvatore Carzedda, impegnato nel dialogo con i musulmani, venne ucciso a Zamboanga. Nel 2007, padre Giancarlo Bossi venne stato rapito da un gruppo di fuoriusciti del Moro Islamic Liberation Front, ma venne poi rilasciato dopo oltre due mesi di cattività. Nel 1998 venne rapito anche padre Luciano Benedetti. I suoi rapitori, un gruppo musulmano, lo liberarano dopo circa 2 mesi.