Besana Brianza – Sono giorni frenetici, questi, per don Bruno Castiglioni, che tra pochi giorni compirà settantacinque anni. Il sacerdote, che è il referente della comunità pastorale Santa Caterina per i sacramenti ai malati, ha il suo gran bel da fare a visitare i malati dell’intera comunità pastorale per confessarli e portare loro il conforto e gli auguri di Natale. Lo si trova nella canonica alle spalle della chiesa di Calò solo la sera.
Così, raggiunto al telefono mercoledì sera, risponde, quasi a giustificarsi dell’assenza, con un garbato: «Ho fatto più tardi del previsto perché oggi ero a Villa Raverio per la visita agli ammalati e in strada mi fermavano tutti per i saluti. Anche persone che conosco solo di vista». Nonostante l’ora e il carattere riservato, don Bruno non si nega. Ma si limita a dire: «Sì, ho tante cose nel mio cuore in questo momento, ma davvero non so come posso esprimerle. Si dice che partire sia un po’ come morire, no?», aggiunge con una battuta.
«E’ vero, vado a Mozzate, la mia parrocchia di origine. Là mancano i sacerdoti e mi hanno chiamato. Non so ancora di cosa mi occuperò», si limita a dire. Ad accoglierlo ci sarà il fratello, che in questi anni non hai mancato di venire a Calò nei giorni della festa patronale di luglio e che i caloresi hanno imparato a conoscere. Don Bruno ha risposto “sì” con «disponibilità evangelica esemplare» e torna alle origini lasciando Calò, l’unica comunità ad aver mai guidato, da parroco, durante il suo ministero sacerdotale, dopo trentuno lunghi anni.
Tre decenni intensi, in cui, da grande ed entusiasta organizzatore, ha saputo ricostruire l’oratorio che era fatiscente, restaurare gli affreschi della chiesa dei santi Vitale e Agricola corrosi dalla umidità, mettere mano alla canonica e alla vicina scuola materna per farli diventare i due bei posti che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Ma non è solo per questo che i caloresi lo ricorderanno. Mancherà la sua proverbiale disponibilità, che lo portava sempre a dire, in questi anni: «Se dovete confessarvi suonate il citofono a qualsiasi ora. Io ci sono sempre».
Mancherà la sua grande umiltà, che ora, travolto dai messaggi di stima, affetto e gratitudine in arrivo da tutta Besana, gli fa dire: «Non ho mai avuto la presunzione di essere l’eccellenza». Tanti ricordi della permanenza di don Bruno in Brianza sono legati anche alla sua esperienza nel campo dell’insegnamento. Per più di venti anni ha insegnato Religione alla scuola di ragioneria diurna e serale dell’istituto Bassi di Seregno.
Alessandra Botto Rossa