La vita di Lia nella guerra del Mali«Radio sempre accesa, c’è paura»

Lia Pozzi, trentenne cesanese, vive a Bamako, in Mali, dal 2011. Lavora per l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistenza alimentare. E in questi giorni vive le tensioni, dopo l'intervento dell'esercito francesce contro gli jihadisti.
La vita di Lia nella guerra del Mali«Radio sempre accesa, c’è paura»

Cesano – ”Qui per ora non ci sono problemi”. Lia Pozzi, trentenne cesanese, vive a Bamako, in Mali, dal 2011. Lavora per il World Food Programme, agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistenza alimentare. E in questi giorni scrive agli amici, preoccupati per le notizie che arrivano dal Paese africano, dopo l’intervento dell’esercito francesce contro gli jihadisti.

”La situazione é confusa, purtroppo anche noi che siamo proprio nel mezzo riceviamo notizie contrastanti. Cerchiamo di seguire costantemente la radio francese, che rimane la principale fonte di informazione” spiega la brianzola. L’esercito francese è intervenuto al Nord, dove si trovano le roccaforti islamiste, lontano dalla capitale Bamako. I combattimenti si svolgono in una zona tampone tra il Nord occupato dalle forze islamiste ed il Sud sotto controllo governativo. Da entrambe le parti si registrano morti e feriti.

”Negli ultimi giorni ci sono stati movimenti dei jihadisti piú a ovest di quello che ci si potesse aspettare, ma la situazione qui a Bamako resta tranquilla. Per ora, noi non registriamo alcun cambiamento. Usciamo meno, ma questo piú per precauzione individuale che per imposizione delle regole di sicurezza”. Anche se i combattimenti sono lontani da Bamako, la preoccupazione è comunque forte.

Lia e gli altri colleghi osservano le reazioni della popolazione locale. ”La paura, all’inizio, era che la popolazione digerisse male l’intervento della Francia. Invece, é tutta un’ondata di giovani con t-shirt della nazionale francese, di tassisti con le bandierine della Francia. Speriamo che i francesi non commettano nessun errore. A me spaventa un po’ la Babele che si creerá una volta che saranno arrivati tutti i contingenti africani”.

Già, perchè in campo ci sono anche gli eserciti del Senegal e della Nigeria. Altra preoccupazione è quella di possibili attentati: ”I gruppi islamisti o terroristi minacciano rappresaglie”. La sitazione è tesa ormai da tempo. Racconta ancora Lia: ” Bisogna ricordarsi delle varie lotte per l’indipendenza del movimento per la liberazione dell’Azaead, ossia il movimento touareg del nord Mali. Le tensioni mai sopite si sono aggravate con la guerra in Libia e la caduta di Gheddafi, che ha portato al rientro di molti guerriglieri armati verso il Mali”. Intanto, è scoppiata l’emergenza profughi. Il governo ha dichiarato lo stato d’urgenza, sono aumentati i controlli e le scuole sono state chiuse. Vietate le manifestazioni. Per il momento, Lia e i colleghi restano al loro posto. ”Continuiamo a essere ottimisti e speriamo che finisca presto”.

Paola Farina