Vimercate – Proseguono le indagini della procura monzese, supportata dai carabinieri di via Chiesa, per definire il quadro probatorio a carico di Amelio Congiu, il bidello 65enne di origini sarde arrestato il 4 febbraio alle Filiberto per violenza sessuale aggravata compiuta nei bagni della scuola su alcune alunne d’età compresa tra gli 8 e i 10 anni, e per individuare eventuali altre potenziali vittime dell’uomo. L’inchiesta procede nel più stretto riserbo.
Intanto alle elementari di piazzale Martiri vimercatesi, che contano 410 alunni, il tentativo è di tornare alla normalità e al contempo di non ignorare la gravità dell’accaduto e di mettere in campo tutte le misure atte a supportare i docenti e i genitori nella gestione ottimale di questo frangente, per il benessere dei piccoli studenti. Proprio per rispondere all’esigenza di chiarezza fatta valere dalle famiglie, giovedì sera la direzione del plesso ha organizzato all’auditorium di via Adda un incontro con tutti i genitori, alla presenza della psicopedagogista della scuole e del responsabile dei consultori del distretto vimercatese dell’Asl, «per raccogliere le domande e i dubbi dei genitori, per essere loro vicini, per far capire loro che non sono soli – ha spiegato Rosetta Di Mauro, da settembre dirigente supplente dell’istituto comprensivo che contiene anche le Filiberto e che quel 25 gennaio, quando un’alunna confidò alla maestra di essere stata molestata nei bagni, allertò immediatamente i carabinieri dando il via all’indagine -. In questi giorni naturalmente abbiamo ricevuto tanti genitori, comprendiamo la loro legittima apprensione. Intendiamo anche attivare prossimamente sportelli d’ascolto per le famiglie, con il supporto della psicopedagogista».
Fin qui per quanto concerne il da farsi. Se poi lo sguardo lo si rivolge al passato, alle ultime settimane e a otto anni fa, quando il bidello iniziò a lavorare alle Filiberto, con riferimento a quanto la scuola debba e possa fare per evitare episodi come questo, Di Mauro ribadisce che «non è previsto dalla legge che dobbiamo procedere con la verifica obbligatoria dei documenti di rito. Da noi i soggetti arrivano dopo l’inserimento in graduatoria e possiamo procedere a campione con la verifica dei documenti autocertificati, impensabile farlo al setaccio uno per uno, anche per una questione di carichi lavorativi e di risorse».
Devono insomma esserci motivi, segnali, anomalie perché questo meccanismo di controllo venga attivato. E in questo caso, a detta di tutti, Congiu era al di sopra di ogni sospetto. «Guardi, io sono qui solo da settembre – ha concluso la dirigente – e non ho avuto sentore di nulla. È una persona integrata in città, che era qui a scuola da otto anni, che tutti conoscevano come gentile ed educata. La rabbia dei docenti è anche questa: non aver mai avuto segnale che qualcosa non andasse, non essersi accorti prima di questa situazione, non aver potuto intervenire per tempo».
Anna Prada