La crisi tocca anche la bellezzaAgrate, si mobilita la Intercos

La crisi tocca anche la bellezzaAgrate, si mobilita la Intercos

Agrate Brianza – Mobilità per 95 dipendenti della Intercos, società leader mondiale della cosmetica che nel sito di via Marconi impiega 470 addetti. La misura riguarda in prevalenza impiegati oltre a operai addetti a laboratori e servizi generali, dunque non le linee di produzione: la riorganizzazione disegnata dall’azienda prevede la terziarizzazione di alcuni reparti, per un totale di 40 unità, presso un altro stabilimento del gruppo Intercos, in provincia di Cremona, e altri 55 esuberi strutturali, finalizzati dunque al taglio dei costi. I primi incontri tra l’azienda e i sindacati hanno segnato più di una distanza sulle modalità di gestione della procedura, al punto che i rappresentanti dei lavoratori hanno indetto uno sciopero di quattro ore per giovedì mattina, con presidio davanti al sito. Entro la fine di novembre dovrebbe essere fissato un secondo incontro per verificare nuovamente le premesse di una possibile intesa. «Finora però non appaiono margini praticabili», ha detto Walter Palvarini, Filcem Cgil Monza Brianza.

«La società ha annunciato e successivamente illustrato alle organizzazioni sindacali un piano di riorganizzazione, determinato dai cambiamenti del mercato e dalla crisi economica che investe anche questo settore, nonostante la solidità economica e finanziaria della stessa Intercos», recita il comunicato dei sindacati.

La procedura aperta la scorsa settimana prevede che i lavoratori che rifiuteranno di essere trasferiti nel Cremonese, entreranno in mobilità, mentre gli altri 55 in bilico sono esuberi strutturali. «La nostra non può che essere contrarietà assoluta ai licenziamenti – ha commentato Palvarini – Detto ciò, siamo disposti a discutere sull’eventuale adesione volontaria alla mobilità, a patto che sia tale. Abbiamo dimostrato disponibilità a concordare anche strumenti alternativi di gestione come i contratti di solidarietà e la cassa integrazione straordinaria. Proprio a proposito della cassa integrazione straordinaria, ribadiamo però non potremo certo firmarla se l’accordo non inserisce un’adeguata rotazione e percorsi di formazione e prevede invece che, allo scadere dei dodici mesi di cassa, saranno comunque 55 le persone che dovranno uscire, volontari o meno».

L’annuncio dei licenziamenti alla Intercos arriva dopo un paio di procedure di cassa integrazione ordinaria. «Non si può dire che sia stato un fulmine a ciel sereno, perché a settembre l’azienda, su nostra richiesta, ci ha illustrato il piano di riorganizzazione – ha aggiunto Palvarini – Quello che però stiamo faticando a gestire, come controparte sindacale, è invece la procedura ormai avviata di mobilità, perché da parte dell’azienda, a oggi, non ci sono aperture reali di confronto e quindi di possibile esito concordato».
Anna Prada