La casa di Bernarda Alba:in scena la Stabile Monzese

La casa di Bernarda Alba:in scena la Stabile Monzese

Monza – Gli studiosi considerano "La casa di Bernarda Alba" il capolavoro di Garcia Lorca e la più importante opera del teatro spagnolo contemporaneo. Il dramma venne terminato nel giugno del ’36. Due mesi più tardi, all’alba del 19 agosto, a pochi chilometri da Granada, il poeta veniva ucciso dai falangisti.
Silvio Manini e la Compagnia stabile monzese hanno in repertorio da parecchi anni questo testo di Lorca (in passato sotto il titolo "Cinque colombe a terra stanno"). Si tratta di un dramma di sobria e cupa potenza, equilibrato, essenziale e serrato. Lo spettacolo viene proposto al San Carlo di via Volturno domenica 22 marzo nell’ambito della Rassegna dei gruppi teatrali monzesi.
Bernarda Alba, rimasta vedova per la seconda volta a sessant’anni, decide di vivere nel più rigoroso lutto. Con lei cinque figlie dai temperamenti diversi: Angustias (figlia di primo letto e unica a possedere una rilevante dote), Maddalena, Amelia, Martirio (alla quale la madre ha impedito il fidanzamento con Enrique Humanas perché figlio di contadini) e la più giovane Adele. Pepe il Romano, personaggio che non compare mai in scena, si fidanza con Angustias. E’ l’inizio di una serie di intrighi che portano Adele a diventare l’amante di Pepe. Con conseguenze tragiche, nonostante Bernarda Alba alla fine si ostini a far credere che nulla in effetti è successo.
"Bernarda Alba incarna un potere assoluto, fanatico, arrogante, cieco e spietato: sottomette le proprie figlie togliendo loro tutto – dice il regista -. A tanti anni di distanza, noi crediamo che l’urlo del poeta contro il potere sia non solo valido ma proponibile come un documento che consenta alle generazioni più giovani di non dimenticare mai il bene più importante dell’uomo: la libertà".
Nella realizzazione del lavoro, la compagnia evidenzia il rapporto vittima-persecutore e le sue tragiche conseguenze. Lo spazio del palco ritrae l’interno della casa, un luogo claustrofobico dove la convivenza obbligata si fa scarnificazione (le camere sono simboleggiate da cuscini). Al centro troneggia la nonna, forse pazza. Forse sta a significare la fuga mancata, o la ribellione tardiva, o semplicemente la tragedia incombente.
Di seguito i nomi degli interpreti: Pamela Alberelli (Martirio), Silvia Caprara (la nonna), Chiara D?Amico (Angustias), Annalisa Gatto (Maddalena), Giulia Gradini (Amelia), Federica Tassini (Adele), Serena Psoroulas (Ponzia), Stefania Riboldi (Bernarda Alba) e Giorgia Lui (la serva). Musiche eseguite dal vivo a cura di Paolo Manzoni.
Lo spettacolo inizia alle 21 e il biglietto d’ingresso costa 10 euro.
m.p.