Monza – I falò di Sant’Antonio sono salvi come lo saranno, tra un paio di settimane, i roghi della Gibiana (o Giubiana, a seconda dei paesi). La Provincia di Monza e Brianza non vieterà l’accensione dei tradizionali fuochi nel tentativo di contenere l’inquinamento atmosferico.
«I falò – spiega l’assessore all’Ambiente Fabrizio Sala – causano un picco di polveri sottili che, però, è contenuto in poche ore. Accade la stessa cosa la notte di Capodanno, quando si sparano i botti: il PM10 sale di colpo, ma scende quasi immediatamente e si esaurisce entro la mattina. Mettendo al bando i fuochi non otterremmo grossi risultati».
Nei prossimi giorni, fa sapere l’amministratore, l’emergenza inquinamento sarà esaminata dal ‘tavolo dell’aria’ costituito dai tecnici di via Grossi e da una rappresentanza dei sindaci e i provvedimenti eventualmente decisi saranno valutati in seguito dall’assemblea dei primi cittadini. Almeno per il momento, però, non sono previsti blocchi della circolazione nei giorni feriali né l’introduzione delle targhe alterne o delle domeniche a piedi.
«Al di là di ogni allarmismo – precisa Sala – stiamo approfondendo il livello degli inquinanti che, in Brianza, è inferiore a quello registrato a Milano: stiamo verificando per quanti giorni consecutivi sono state superate le soglie di guardia. Le domeniche a piedi rappresentano una buona occasione per non utilizzare le auto ma avrebbero un senso se fossero ripetute più volte: in caso contrario il loro effetto positivo durerebbe non più di quarantotto ore. Lo stop festivo alla circolazione, oltretutto, funziona se è adottato in un’area vasta ma nella nostra zona l’adesione, tranne un anno, è sempre stata a macchia di leopardo ».
Possono stare tranquilli anche i proprietari dei veicoli più vecchi in quanto non saranno introdotte ulteriori restrizioni alla loro marcia rispetto a quelle già stabilite dalla Regione. La Provincia, piuttosto, punterà sulla riduzione della temperatura in abitazioni e uffici, a partire da quelli pubblici.
La campagna di sensibilizzazione dovrebbe essere affiancata da una serie di controlli che, a suon di multe, scoraggeranno quanti sono abituati a vivere in locali con termometri puntati oltre i venti gradi.
«Pubblicizzeremo il nostro vademecum – anticipa l’assessore – e partiremo con le verifiche negli edifici pubblici, tra cui comuni e scuole e non solo perché gli enti locali devono dare il buon esempio. Nelle aule e negli uffici delle località dove non c’è l’energy manager, infatti, le temperature spesso sono molto alte».
Monica Bonalumi