Improvvisa morìa di pescial laghetto di Giussano

Una settantina di pesci a pancia in su. Dopo quella del 2004 un'altra moria di pesci al Laghetto di Giussano. Questa mattina l'amara sorpresa. Carpe, lucci perca, amur, persici sole, carassi, gardon sono venuti a galla questa notte.
Improvvisa morìa di pescial laghetto di Giussano

Giussano – Una settantina di pesci a pancia in su. Dopo quella del 2004 si è verificata un’altra moria di pesci al Laghetto di Giussano. Questa mattina l’amara sorpresa. Carpe, lucci perca, amur, persici sole, carassi, gardon sono venuti a galla questa notte. Addirittura non ce l’ha fatta una carpa di circa 30 chilogrammi lunga 70 centimetri. All’origine del loro decesso la scarsa ossigenazione. La stessa cosa si era verificata sette anni fa quando erano morti 3 quintali di pesci e, tra gli altri fattori, a causare l’imponente moria – per la quale l’allora amministrazione comunale aveva emesso un’ordinanza di divieto di pastura, ancora in vigore – era stata l’eutrofizzazione delle alghe. Insomma, una componente organica concentratissima che aveva determinato il soffocamento delle specie ittiche. Da allora il monitoraggio continuo del bacino lacustre che, però, non ha evitato quest’altra strage. Nel frattempo sono state rifatte le sponde ma non è stato ripulito il fondo che, essendo pieno di fango, non è più in grado di ossigenare l’acqua.

Questa mattina sul posto sono intervenuti subito i pescatori del Gruppo pescatori Carroccio di Giussano per recuperare gli animali morti, la Polizia locale, la Protezione civile e i Vigili del fuoco che hanno azionato delle pompe per aumentare il movimento dell’acqua. Tra i fattori nel tempo tenuti sotto controllo c’è proprio il ricambio idrico, cui si aggiungono altre cause: la pasturazione che è vietata e la pesca notturna con più canne. A chiedere il rispetto delle regole sono proprio i pescatori, che invitano l’Amministrazione comunale a far rispettare i divieti per la tutela del laghetto.

Le temperature molto alte di quest’ultimo periodo e la siccità hanno sicuramente peggiorato la situazione. Ben venga, dunque, la pioggia, che se non può certo risolvere in via definitiva il problema, quanto meno servirebbe per ossigenare l’acqua.
Federica Vernò