Il torneo dei Pirati è un successoMa al Ctl3 aumenta il nervosismo

Il torneo dei Pirati è un successoMa al Ctl3 aumenta il nervosismo

Carnate e Bernareggio – Centoquaranta bambini, un campo. In più la pioggia che impietosa si è abbattuta sul Ctl3 per tutta la mattina e nessuno spogliatoio a disposizione. Sarebbe stata una giornata nera per chiunque, ma non per i Pirati del rugby che di scuro hanno solo le divise. Perché si divertono con il loro sport e allora anche le disavventure si possono affrontare col sorriso. Domenica, al Ctl3 di Carnate-Bernareggio-Ronco Briantino che da poco più di anno è diventato la base della società, i Pirati hanno messo in scena il primo torneo federale con Lecco, San Lorenzo, Brembate, Cus Milano e i cugini Castori di Lugano. Ma, pur organizzata per tempo, la manifestazione è stata macchiata da diversi disagi. Tra cui anche l’indisponibilità di spogliatoi (e di conseguenza bagni e docce), rimasti chiusi a chiave nonostante la richiesta di autorizzazione all’uso portasse la data di un mese prima. Porte che si sono aperte solo dopo un giro di telefonate tra diversi assessori intervenuti, prima di una partita di calcio sul campo vicino. E dopo che tutti si erano ingegnati utilizzando i gazebo montati dai volontari, i bagagliai delle auto e ogni angolo non macchiato dal fango.

Nonostante tutto, il torneo è stato un successo. Testimoniato dall’affetto e dai complimenti delle squadre ospiti. I Pirati padroni di casa si sono distinti con l’Under 10, seconda alla fine alle spalle del Lecco. L’Under 12 ha patito qualche assenza di troppo e ha assistito al successo del Cus Milano. Tutti hanno ricevuto la loro medaglia: di cioccolato e molto apprezzata.

La pazienza dei Pirati però sembra essere al limite. «Domenica abbiamo giocato in una situazione imbarazzante – hanno commentato – Ormai sono mesi che chiediamo una convenzione scritta che sostituisca l’accordo verbale con cui è stata avviata la nostra attività al campo Ctl3. E anziché risposte in questo senso, ad agosto abbiamo ricevuto una diffida per esserci impegnati nella sistemazione del nostro campo. Vorremmo solo che venisse riconosciuta la dignità di 70 iscritti e delle loro famiglie. Ci piacerebbe organizzare un incontro delle società che lavorano nel centro sportivo per capire come si potrebbe migliorare la situazione. Oppure lanciamo un appello ai Comuni della Brianza per vedere chi vuole “adottare” una realtà sportiva in crescita, propositiva e interessata a educare i ragazzi attraverso lo sport».
Ch.Ped.