Il presepe Londonio, un capolavoro del ’700 arrivato dal Gernetto

Il presepe realizzato nel ’700 da Francesco Londonio, oggi al Museo diocesano di Milano, nato per essere allestito in Villa Gernetto a Lesmo durante le festività natalizie.
La Natività nel presepe Londonio
La Natività nel presepe Londonio

Si avvicinano le feste di Natale e ho voluto fare memoria di uno dei capolavori d’arte sacra del XVIII secolo. Si tratta del famosissimo Presepe Londonio, pure detto “Presepe del Gernetto”. L’opera, acquisita nel 2018 dal Museo Diocesano di Milano, grazie alla donazione di Anna Maria Bagatti Valsecchi, proviene dalla collezione Cavazzi della Somaglia, nella Villa Gernetto a Lesmo, ed è uno dei pochi presepi settecenteschi lombardi di questo tipo.

Il presepe Londonio, un capolavoro del ’700 arrivato dal Gernetto
Una figura del presepe Londonio

Il presepe era destinato, in origine, a essere allestito durante il periodo natalizio in un salone di Villa del Gernetto a Lesmo, in Brianza, acquistata nel 1772 dal Conte Giacomo Mellerio (1711-1782), presso la quale il Londonio era solito passare lunghi periodi di villeggiatura. Nel corso dell’Ottocento, gli eredi Mellerio, quando fu chiara l’importanza e la rarità del complesso, fecero montare le sagome entro cornici ovali o rettangolari che furono usate come decoro stabile per i saloni della residenza brianzola. Il Presepe del Gernetto, noto alla critica e agli Storici dell’Arte, è citato nella storiografia e in tutte le pubblicazioni dedicate a Francesco Londonio e al presepe in Lombardia. Il presepe, già nelle collezioni Cavazzi della Somaglia, eredi del Mellerio, è giunto nelle collezioni del Museo grazie alla generosa donazione di Anna Maria Bagatti Valsecchi.

Il “presepe del Gernetto” è costituito da un gruppo di circa sessanta figure (tra le quali la Sacra Famiglia con i re Magi, alcuni pastori, paggi, fanciulli, contadini, ma anche animali, talvolta inseriti in vere e proprie quinte sceniche) dipinte a tempera su carta e cartoncino sagomati, alti dai 35 ai 60 cm. Francesco Londonio, artista lombardo specializzato in scene campestri, animali e –appunto– presepi, le realizzò probabilmente intorno agli anni Sessanta-Settanta del Settecento, in un momento in cui la sua attività era particolarmente apprezzata da una committenza costituita dalla antica e nuova nobiltà lombarda. Il ritrovamento del presepe ha permesso certo l’avvio degli studi, che sarà necessario ulteriormente approfondire, ma è molto probabile che le opere costituissero in origine tre distinti nuclei di “presepi di carta”; in due di questi si distingue la mano di Londonio, mentre un terzo piccolo gruppo di figure è riferito a un suo imitatore.

Il presepe Londonio, un capolavoro del ’700 arrivato dal Gernetto
Una figura del presepe Londonio

Francesco Londonio (Milano 1723-1783), autore dello straordinario presepe recentemente donato al Museo Diocesano di Milano, è uno dei più importanti artisti lombardi del Settecento, ha dedicato interamente la sua attività alla pittura di genere, specializzandosi in tematiche bucoliche, con scene di vita contadina, di animali e veri e propri presepi. La vena realistica locale, di cui la “pittura della realtà” è espressione, viene però filtrata dalla serena e dedicata sensibilità pienamente settecentesca propria dell’artista con esiti raffinati e molto apprezzati in tutta la Lombardia. Londonio diviene così uno dei pittori più apprezzati in Lombardia e annovera fra i suoi committenti l’antica nobiltà milanese, come i Borromeo, gli imprenditori locali e i grandi proprietari terrieri recentemente ascritti alla nobiltà, come i Greppi, i Tanzi, gli Alari e i Mellerio, per i quali realizza il Presepe qui presentato.


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Francesco Londonio nacque nel 1723 a Milano. Fu allievo di Ferdinando Porta e Giovanni Battista Sassi, assimilando dai propri maestri il tratto elegante nella pittura, e si orienta verso la pittura di genere animalista e pastorale. La sua prima opera è un disegno dal vero con Un toro e una mucca in riposo mentre il suo primo dipinto è il Mercato di bestiame. Viaggia in seguito nel 1763 anche a Roma ed a Napoli.  A questo periodo risalgono due cicli di tele, il primo, composto da 21 dipinti a soggetto pastorale, collocato a palazzo Grianta di Milano, di cui oggi una parte è conservata alla Pinacoteca di Brera. Il secondo, commissionato da Francesco Giacinto Alari, composto da 24 tele e destinato alla villa Alari di Cernusco sul Naviglio. Egli viene ancora oggi ricordato per essere stato tra gli artisti più operosi nel Settecento per le famiglie private milanesi.

Il presepe Londonio, un capolavoro del ’700 arrivato dal Gernetto
Una figura del presepe Londonio

Egli fu infatti un valente ritrattista non solo per le casate dell’antica aristocrazia (i Borromeo, per esempio), ma anche per la nuova nobiltà, quella composta da imprenditori come i Greppi, i Tanzi o i Mellerio. Egli studiò anche l’arte dell’incisione presso il varesino Benigno Bossi e realizzò tra il 1759 ed il 1782, 44 acqueforti aventi per soggetto scene agresti e campagnole, un repertorio di gustosi fotogrammi della vita contadina del Settecento, il tutto corredato da uno stile leggermente arcadico. Dodici di queste vennero dedicate al conte Firmian, governatore del Ducato di Milano. Nel settembre del 1768 Francesco Londonio si sposa con Cecilia Biraschi. Avranno sette figli, cinque dei quali moriranno in età infantile. Dipinge un ciclo pittorico di 40 tele per la famiglia Borromeo. Al di fuori della tematica pastorale il pittore dipinge anche alcune nature morte e dei ritratti.

La sua opera massima, e anche la più curiosa, è certamente rappresentata da un presepe composto da una trentina di figure lignee ricavate da tavole di legno e poi dipinte, realizzato nel 1750 per la Chiesa di San Marco a Milano. Dopo quest’opera, l’imperatrice Maria Teresa d’Austria gli affidò il ruolo di scenografo al Teatro alla Scala  quando quest’ultimo venne completato. Un ulteriore presepe su carta -è il Presepe della Villa del Gernetto-, noto alla critica ma mai pubblicato, è entrato a far parte del Museo diocesano di Milano grazie alla donazione di Anna Maria Bagatti Valsecchi ed è stato esposto per la prima volta in occasione del Natale 2018 a Palazzo Pirelli. Nel 1783 peggiorato di salute e consapevole del poco tempo che gli rimaneva dispone della sua eredità. Francesco Londonio muore il 26 dicembre 1783 e viene sepolto nella chiesa di Sant’Eufemia   a Milano.

Il presepe Londonio, un capolavoro del ’700 arrivato dal Gernetto
Una figura del presepe Londonio

Francesco Londonio (Milano, 1723-1783) realizzò dunque un presepe leggero, fragile, sottile. Non sappiamo se il pittore meneghino si era posto il problema della possibile durata nel tempo di quest’opera. Aveva osservato gli “scogli” presepiali napoletani dal vivo -era stato a Napoli-, ne aveva considerato la consistenza rocciosa, quelli certamente avrebbero avuto senz’altro una vita lunga. Ma per un esile presepe di carta e legno? Probabilmente Londonio non si pose il problema, giacchè ritagliò quelle figure con la stessa leggerezza con cui fabbricava il suo “Teatro dei Foghetti”, un teatrino ambulante che tramite un ingegnoso sistema alternava sullo sfondo dipinti in base a quello che si metteva in scena. Si aveva una sequenza di immagini animate da un gioco dinamico di ombre e luci colorate, scenografie di carta forata e dipinta movimentato da fasci di luce proiettati da fari mobili.

Londonio volle raccontare il Natale senza la pretesa di creare un monumento eterno, mi pare così sia un’opera fragile in linea col pensiero di ospitare la fragilità del Dio bambino. Il Presepe è anche lo spunto per riflettere sulle origini del presepe e sulla sua storia e su una tradizione diventata così popolare e, in particolare, sui cosiddetti “presepi di carta”, che si diffondono a partire dal XVII secolo, con figure dipinte a tempera o a olio su carta, cartone e su tavole di legno, e più tardi anche stampate. A Francesco Londonio spetta un ruolo d’indubbio primo piano tra i maggior artefici e promotori di questa tradizione in Italia. Più tardi la tipologia dei “presepi di carta” si è allargata anche a mezzo stampa raggiungendo una diffusione molto ampia.


Carlo Franza

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Il presepe Londonio, un capolavoro del ’700 arrivato dal Gernetto
Una figura del presepe Londonio

Nato nel 1949, Carlo Franza è uno storico dell’arte moderna e contemporanea, italiano. Critico d’arte. È vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (lettere, filosofia e sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e assistente ordinario. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore straordinario di storia dell’arte moderna e contemporanea (Università La Sapienza-Roma) , ordinario di lingua e letteratura italiana. Visiting professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose università estere. Giornalista, critico d’arte dal 1974 al 2002 a Il Giornale di Indro Montanelli, poi a Libero dal 2002 al 2012. Nel 2012 ritorna e riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell’arte”.