Sovico – La versione degli amici di Lorenzo, testimoni involontari del terribile delitto, appare per alcuni particolari lievemente diversa da quella fornita dagli inquirenti. Eppure sono proprio gli stessi amici di Lorenzo a raccontarla, ancora scossi per il folle gesto, le conseguenze, e la notte trascorsa insonne con le immagini maledette che scorrevano nella testa. Lorenzo si trovava con il suo amico del cuore Sasha, quello che l’ha soccorso immediatamente, raccogliendo i suoi ultimi istanti di vita.
I due avevano deciso di andare a Macherio, dove si ritrovavano spesso, ma prima di tutto avevano pensato di passare al ritrovo in piazzetta Riva per salutare gli amici con i quali condividevano il tempo libero. Anche lì. Sulla strada l’incontro con un altro amico, Mirko. I tre sono giunti al giardino del centro civico dove hanno incontrato altri giovani, tra cui L.V. e un suo amico cubano, estraneo al delitto. «Abbiamo parlato per una decina di minuti – spiega uno di loro – . Poi Sasha e Lorenzo hanno salutato tutti dicendo che sarebbero andati a Macherio. È a quel punto che l’ecuadoregno ha cominciato a dire che a Macherio non ci dovevano mettere piede».
Il diverbio ha così preso una brutta piega: «Lì erano anche tutti un po’ ubriachi – prosegue il giovane testimone -. C’erano due cartoni di vino e diverse bottiglie di birra per terra. Sono volate delle parole e L.V. ha afferrato un sasso e lo ha scagliato contro Lorenzo, che ha reagito con un pugno. L’ecuadoregno allora ha preso una bottiglia vuota che era lì per terra, l’ha rotta e ha colpito Lorenzo che è caduto immediatamente a terra». La situazione è parsa subito tragica, ma secondo il racconto dei testimoni oculari Sasha non ci ha pensato due volte e si è gettato sull’amico fraterno, togliendosi la maglietta per cercare di arginare il sangue che usciva a fiotti dalla gola.
Intanto sono stati chiamati i soccorsi. «Ma in meno di due minuti Lorenzo non c’era più. C’erano persone di 40 anni lì in piedi che non facevano nulla. Sasha invece si è dato da fare più di altri» ricordano. E proprio lui, seduto sui gradini del comando di polizia locale di Sovico, a disposizione degli inquirenti che nel primo pomeriggio di giovedì hanno effettuato dei nuovi rilievi sul luogo del delitto, alla ricerca del sasso che pare abbia ingenerato tutta l’escalation, non si dà pace per quel ‘fratello’ acquisito, come lui stesso afferma, per il quale non ha potuto fare nulla. Intanto L.V. accortosi della gravità di quanto aveva fatto si è dato subito alla fuga, ma non è riuscito ad andare lontano. «I carabinieri lo hanno trovato su un muretto che piangeva» conclude un ultimo testimone. Ma della morte di Lorenzo sembra che il minorenne ecuadoregno abbia avuto notizia solo una volta in caserma.
s.a.