Giussano, in aula per terrorismo”Erano soltanto semplici sfoghi”

Giussano – Una voce che recita versi religiosi, un uomo solo, al volante della sua auto. È Rachid Ilhami, il marocchino di Robbiano alla sbarra per reati di terrorismo. Questa e altre intercettazioni ambientali raccolte dagli investigatori della Digos nel 2008 sono state sentite durante l’udienza celebrata davanti alla Corte d’Assise di Monza questo martedì. La giornata in cui ha preso parola proprio Ilhami, imputato principale del processo assieme al connazionale Abdelkader Ghafir, anch’egli giussanese di adozione. L’accusa è di aver progettato attentati contro obiettivi civili e militari in Brianza e a Milano. L’arresto dei due è avvenuto nel dicembre 2008, dopo che gli agenti Digos avevano intercettato gli spostamenti e le conversazioni tra i due: un escalation di deliri antioccidentali e di inni alla “guerra santa” e al “martirio”. «I miei erano soltanto sfoghi – si è difeso Rachid davanti ai giudici – il mio rancore verso quello che gli americani facevano in Afghanistan e in Iraq era cresciuto al punto tale che sfogavo i miei sentimenti in quel modo, parlando della jihad». Una dichiarazione sulla falsa riga di quella che l’ex predicatore del centro culturale Pace di Macherio aveva reso spontaneamente nel corso di una precedente udienza nel mese di febbraio, quando aveva proclamato che le sue erano soltanto parole, ma che non avrebbe mai fatto male a nessuno. In quella occasione aveva aggiunto che «in Italia c’è democrazia, quindi si può parlare liberamente, non come da noi», riferendosi al Paese d’origine. Per le accuse, Rachid era invece pronto a passare dalle parole ai fatti, dopo mesi di consultazioni ossessive su siti internet di ispirazione fondamentalista islamica. Video di attentati kamikaze, sgozzamenti, decapitazioni, o brutali esecuzioni capitali. «Molti di quei filmati non li ho nemmeno visti, lasciavo il computer programmato di notte e venivano scaricati, ma poi neanche li guardavo», ha detto Ilhami, nonostante le intercettazioni dell’accusa sostengano il contrario. Dopo queste prime dichiarazioni, in aula sono state ascoltate alcune intercettazioni ambientali, trasformando quella di martedì in un’udienza fiume. Il processo è stato rinviato al 5 giugno, per terminare l’interrogatorio dell’imputato. Ghafir, al contrario, ha già annunciato di voler rendere solo dichiarazioni spontanee. Processo dunque verso le conclusioni, con la requisitoria del pubblico ministero prevista il 15 giugno.
Federico Berni