Giussano, Brianza e Oriente unitiMostra originale in Villa Sartirana

La Brianza e l'Oriente si avvicinano attraverso l'arte. Domenica è stata inaugurata in Villa Sartirana la mostra “Wun Der Kam Mern – Frammenti di contemporaneità”. Quattro giovani artisti con sculture innovative e dal significato profondo.
Giussano, Brianza e Oriente unitiMostra originale in Villa Sartirana

Giussano – La Brianza e l’Oriente si avvicinano attraverso l’arte. Domenica è stata inaugurata in Villa Sartirana la mostra “Wun Der Kam Mern – Frammenti di contemporaneità”. Nella villa di via Carroccio 2 quattro giovani artisti hanno messo in bella mostra sculture innovative dal significato profondo. Tantissime persone hanno visitato le quattro opere realizzate dai giovani artisti brianzoli Carlo Guzzi, Simona Corbetta, Elena Redaelli e Paolo Negretti. La mostra sarà aperta fino a domenica 3 aprile, dal martedì al venerdì dalle 16 alle 19; il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19. Guzzi, con “L’esercito silenzioso”, ha realizzato duecento uomini in ferro cotto che si ergono da cumuli di macerie, sedimenti di memoria, frammenti di una condizione esistenziale umanamente condivisa. Sagome mute, silenziose presenze che inesorabilmente rivelano l’assenza di una vera identità in una massa informe, svelando l’inganno dell’apparenza e dell’appartenenza: futili tentativi dell’essere umano di costruirsi un’immagine consolidata da simboli comunemente acquisiti, sfuggendo ogni volta dal confronto con sé stesso.
L’installazione di Corbetta è un ponte tibetano sospeso nel vuoto, in piena armonia con l’impronta meditativa di derivazione orientale che permea il dipanarsi della mostra. L’opera è innanzitutto una linea di congiunzione tra differenti derivazioni filosofiche, tra Oriente e Occidente, aprendo un varco tra le due culture nella ricerca di una reciproca integrazione. Il grande “nido – ragnatela” di Redaelli porta lo spettatore a confrontarsi in un rapporto dialettico tra pieni e vuoti con gli spazi della Villa, ma attraverso un impatto essenzialmente sensibile e sensoriale. L’armonia immediatamente emanata da questa creazione scaturisce dalla coniugazione di principi opposti e complementari, che si equilibrano spontaneamente in relazioni dinamiche in continua evoluzione, come tutti i processi insiti nella natura: una concezione in stretta sintonia con i principi taoisti, condensati nella filosofia dello yin e dello yang.
Il lavoro di Negretti nasce dal vuoto e apre al vuoto, proprio come tutte le pratiche meditative tipicamente orientali di derivazione buddista, taoista o zen. L’artista ha preso ispirazione dagli haiku, le brevi poesie giapponesi. Una lettura più profonda svela un sottile anello di congiunzione tra gli elementi fondanti dell’istallazione: il riferimento allo scrittore brianzolo Renato Ornaghi che, nel suo testo “Nervitt brianzoeu e sushi giappones”, ha individuato sottese linee di contatto fra tradizione brianzola e giapponese, apparentemente molto distanti sia geograficamente sia culturalmente. All’interno della villa è possibile anche vedere il filmato documentario “Piazza D’Uomo”. Nella proiezione non ci sono parole, solo persone che frequentano la principale piazza di Milano. Come le sagome di Guzzi ogni singolo ha le sue radici, ma nella folla sembra averle perse in nome di una massa dal futuro incerto.
Leonardo Marzorati