Giussano, aumenta la mensaMa solo per le fasce più ricche

Uno sforzo in più per chi ha di più. Se per il periodo settembre-dicembre 2012 la quota pasto nelle scuole materne, elementari e medie statali a Giussano è stata pari a quella dell'anno precedente, dall'1 gennaio 2013 per i più ricchi c'è stato un aggiornamento verso l'alto.
Giussano, aumenta la mensaMa solo per le fasce più ricche

Giussano – Uno sforzo in più per chi possiede di più. Se per il periodo settembre-dicembre 2012 la quota pasto nelle scuole materne, elementari e medie statali a Giussano è stata pari a quella dell’anno precedente incrementata dell’indice Istat (3,1%), dal primo gennaio 2013 per i più ricchi c’è stato un aggiornamento verso l’alto. Tenuto conto della necessità di contenimento della spesa pubblica, l’amministrazione comunale ha rivisto il costo giornaliero della mensa scolastica per quella fascia di popolazione con un reddito superiore ai 23mila euro.
Non più una differenziazione per ordine di scuola (materna, elementari, medie) ma una ripartizione dei costi sul reddito annuo (inteso il reddito lordo annuo dell’intera famiglia diviso per il numero di componenti il nucleo famigliare). Tutta l’utenza che ha dichiarato di disporre di un reddito familiare annuo pro-capite superiore a 8.779 euro (pari a circa l’80% del totale) deve pagare il pasto al prezzo pieno di 4,44 euro ciascuno.

Una revisione tariffaria questa su fasce e con una forbice che considera i componenti della famiglia che consente di utilizzare più risorse (300mila euro all’anno) per le fasce più deboli. Per fare un esempio alla scuola materna statale il costo giornaliero è pari a 1, 85 per la prima fascia (reddito annuo pro capite fino a 3.873 euro circa), 4,44 appunto per l’ultima. «Abbiamo cercato di rimodulare non soltanto le risorse impegnate, ma anche la loro allocazione funzionale – ha detto l’assessore all’Istruzione Pasquale Longobardi – Siamo convinti che con un simile approccio potremo avere un miglior controllo sulle modalità di utilizzo e allo stesso tempo metter in essere buone pratiche di miglioramento continuo.

Da un lato l’amministrazione deve far fronte ai tagli e al contenimento della spesa, dall’altro, abbiamo rilevato che quasi una famiglia su cinque che usufruiscono dei servizi scolastici ha problemi e difficoltà gravi. Per questo motivo quando abbiamo lavorato a una revisione, facendo la scelta di chiedere di più ai più abbienti».
Federica Vernò