Seregno/Giussano – Quindici ergastoli per omicidio e associazione mafiosa e centomila euro a titolo di risarcimento ai Comuni di Seregno e Giussano, parti civili nel processo. Si è concluso lunedì sera a Milano in Corte d’Assise il processo contro i presunti autori di una faida di ‘ndrangheta in Lombardia e in Brianza che aveva portato al compimento di tre omicidi.
Il pm Cecilia Vassena, che ha coordinato l’inchiesta con il procuratore aggiunto Ilda Boccassini aveva chiesto 16 ergastoli. La prima corte d’Assise presieduta da Anna Introini ha invece condannato a 24 anni di carcere uno degli imputati, Amedeo Giuseppe Tedesco. Ventitrè anni a Michel Panajia, nato a Stoccarda e di origini calabresi, braccio destro di Antonino Belnome, capo della locale di Giussano-Seregno, entrambi collaboratori di giustizia che hanno contribuito a fare luce sulla faida.
Tra i condannati all’egastolo, Vincenzo Galace, della omonima cosca calabrese, Cristian Silvagna e Luigi Tarantino. Tre gli omicidi contestati: quello di Carmelo Novella, il presunto capo della ndrangheta in Lombardia, ucciso il 14 luglio 2008 in un bar di San Vittore Olona (Milano) perché presunto sciossinista rispetto alla casa madre calabrese, Rocco Stagno, ucciso il 29 marco 2009 in una cava di Bernate Ticino (MIlano) e il cui cadavere non è mai stato ritrovato e Antonio Tedesco, detto l’americano, ucciso il 27 aprile 2009 a Bregnano (Como).