Elena, Costantino e la libertàIl convegno di Monza racconta

In sala Maddalena a Monza il convegno “Elena e Costantino. Storia economia e fede alle radici della libertà nello stato”, organizzato dal Circolo numismatico di Monza e dalla delegazione di Monza Brianza dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Elena, Costantino e la libertàIl convegno di Monza racconta

Monza – In sala Maddalena a Monza il convegno “Elena e Costantino. Storia economia e fede alle radici della libertà nello stato”, organizzato dal Circolo numismatico di Monza e dalla delegazione di Monza Brianza dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. E’ lo stesso Circolo numismatico per il Cittadino a tirare le somme dei contenuti del convegno.

Il convegno cittadino per la celebrazione dei 1700 anni dell’editto di Costantino si è svolto venerdì sera, 12 aprile, in una sala Maddalena gremitissima. La curiosità del tema, l’accenno alla figura di Elena, madre del grande imperatore, la presenza di illustri relatori, tra cui padre Angelo Di Berardino, professore di patristica al Pontificio Ateneo Augustinianum e padre Narcyz Klimas, storico e archivista della Custodia di Terra Santa, hanno richiamato un pubblico curioso ed eterogeneo. L’ufficialità del convegno è stata data dall’introduzione dell’assessore all’istruzione del Comune di Monza, Rosario Montalbano e dal consigliere Matteo Forte, delegato dall’amministrazione di Milano.
Il convegno si è aperto con le presentazioni di Antonio Sala, presidente del Circolo Numismatico Monzese che ha introdotto gli ospiti. Due le considerazioni emerse nel corso dell’incontro. La prima, di ordine generale, va al provvedimento giuridico che si cela dietro questo storico atto. Nel 312, con un atto emanato da Galerio e poi l’anno seguente, con un rescritto in cui si ricorda l’incontro avvenuto a Milano tra Costantino e Licinio, si stabilisce comunque un principio di diritto universale e cioè che ogni uomo è libero di professare la propria religione. L’atto in sé si circoscrive ai cristiani, perché la pluralità dei culti precedenti, era di fatto già tollerata.
Dell’incontro di Milano sappiamo solo grazie ad una lettera di trasmissione di Licinio, ha sottolineato padre Di Berardino, e il provvedimento è seguito per tutto l’impero dall’ improvvisa ed enorme diffusione del Chrismòn, il simbolo delle iniziali di Cristo. La seconda scaturisce dal particolare legame tra Milano e Monza attraverso le reliquie dei sacri chiodi che la tradizione ascrive a santa Elena. Padre Narcy ha sottolineato le indagini archeologiche di Elena, finanziate dal figlio in Terra Santa e le fondazioni delle basiliche “eleniane”, tra cui quella del Santo Sepolcro.

Giuseppe Radice del Circolo Numismatico ha infine compiuto una interessante e inedita comparazione dei “cristogrammi” sulle monete di età costantiniana e la loro conversione in termini di acquisto attuali. Il convegno si è chiuso con l’indirizzo di saluto ai relatori espresso da Gabriele Stefanoni della delegazione di Monza Brianza dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, che con i Numismatici ha proposto nel corso degli ultimi anni differenti incontri di storia e archeologia cristiana. Rimane aperto l’interrogativo sulla natura personale del provvedimento adottato da Costantino, che, di fatto, si converte al Cristianesimo solo in punto di morte, ma si assicura con esso, la fedeltà dei sudditi cristiani e l’appellativo di “vincitore” e di “grande” in occidente, mentre per la Chiesa Ortodossa Costantino è “santo”.