Droga, ora è boom di ricorsiper le sanzioni amministrative

Monza – Spacciatore arrestato, e assuntore segnalato in Prefettura. Di solito ci si sofferma sulla prima parte della notizia, magari cercando di capire a quale pena andrà incontro il pusher di turno. Ma anche per chi viene sorpreso ad acquistare sostanze stupefacenti oppure viene fermato durante un controllo e gli viene trovata una dose, arrivano conseguenze e possibili strascichi legali. C’è il pericolo infatti di incappare in sanzioni amministrative, come il divieto di circolare con veicoli a motore, o di uscire in determinate ore, soprattutto quelle serali, emesse dal Questore, e che devono essere convalidate dal giudice di Pace. Contro queste sanzioni, si può presentare ricorso. Al tribunale del giudice di pace di Monza, tra le varie statistiche dell’anno che sta per finire, balza all’occhio un dato su tutti: dal singolo caso di ricorso in tema di sanzioni legate all’uso di stupefacenti del 2008, si è passati ai ben 40 casi del 2009. Un incremento impressionante, segno che i controlli delle forze dell’ordine si sono intensificati, ma anche che il fenomeno del consumo di droga appare ancora inarrestabile.

“E’ un fenomeno che non conosce barriere e riguarda quasi esclusivamente l’uso di cocaina, il cui uso è ormai diffuso ad ogni livello della società, donne, uomini, giovani e anche professionisti”; spiega Renato Amoroso, coordinatore dell’ufficio del giudice di pace di via Borgazzi. Anche avvocati e architetti, ma non solo. Ragazzini che cercano di nascondere il fatto ai genitori, per esempio. Vengono trovati con la droga, vengono segnalati come assuntori alla Prefettura, che li chiama per un colloquio al quale non si presentano sperando che la cosa rimanga nascosta. Invece arrivano le conseguenze, come le sanzioni della Questura. “Poi ce li ritroviamo davanti al giudice con l’avvocato e i genitori increduli”.

O ancora, sempre per rimanere in tema di giovanissimi, c’è il caso dello studente pizzicato on gita scolastica che stava fumando uno spinello assieme ad alcuni compagni. Infine ci sono i lavoratori, quelli che presentano ricorso poiché per loro la macchina rappresenta una necessità indispensabile, come l’impiegato che da Monza doveva ogni giorni spostari a Trezzo, e si è visto autorizzare da parte del giudice l’uso del veicolo per effettuare la tratta casa lavoro e viceversa. Altri, a ben vedere, ne possono fare a meno. Come il 45enne monzese che voleva indietro la patente,motivando la necessità data dal tragitto casa lavoro. Abitando a Monza, e avendo un lavoro fisso in città, tuttavia, gli è stato suggerito di prendere il pullman.
f. ber.