Dove vanno le anatre d’inverno?Scrivere pensando a Salinger

Un racconto o una poesia, oppure un disegno, una fotografia: sono i modi in cui gli studenti di Monza e Brianza potranno raccontare il parco monzese e le stagioni che cambiano- E' il concorso ideato dalla Casa della poesia di Monza per i ragazzi di medie e superiori. Con Salinger e "Il giovane Holden" nel cuore.
Dove vanno le anatre d’inverno?Scrivere pensando a Salinger

Monza – Ma poi, che fine faranno le anatre di Central park d’inverno? Quando il lago gela e non c’è più niente – diceva – “mi saprebbe dire per caso dove vanno? Lo sa, per caso?”. Come se in fondo tutto fosse lì, in quella domanda che non avrà mai risposta. Perché forse ne basta una, di risposta, poi il resto – and all – viene da sé. Lo chiede una volta, “Il giovane Holden” di J. D. Salinger. E poi lo domanda di nuovo. Al vecchio Horowitz. per esempio, perché “voglio dire, vanno a pren­derle con un camion o vattelappesca e le portano via, oppure volano via da sole, verso sud o vattelappesca?” dice Holden Caulfield, ma niente da fare. Ci torna poi e va tanto vicino da cascarci quasi dentro, nel lago, lo stagno, o cos’era, là a Central park. “Era mezzo gelato e mezzo no, ecco com’era. Ma non vidi nemmeno un’anitra”.

Se lo chiedeva “Il giovane Holden”, che fine facessero, e se lo potrebbero chiedere anche i monzesi con gli occhi puntati sul laghetto dei giardini della Villa reale. Basterebbe una mattina gelata di un tardo dicembre giù vicino al tempietto. E poi potrebbero anche raccontarlo, un po’ per ricalcare i passi del grande scrittore americano, un po’ per mettersi alla prova, o magri disegnarlo, fotografarlo. Soprattutto i ragazzi delle scuole medie e superiori della Brianza, quello che navigano attorno al parco di Monza, a 6.465 chilometri di distanza in linea retta da New York e Central park – che quando Holden ci girava attorno aveva più o meno la loro età, giusto qualcosa di più.

La sfida è quella lanciata dalla Casa della poesia di villa Mirabello, in collaborazione con il Consorzio Villa reale e parco: è la prima edizione del concorso letterario “Il Parco in città – Monza e New York”, che ha come tema di debutto “le metamorfosi della natura nel corso di una stagione o delle stagioni». Appunto: la primavera e poi dall’estate all’inverno, l’autunno in mezzo, quando il lago ghiaccia e le anatre non si vedono più. Organizzato con il patrocinio, tra gli altri, di Legambiente Lombardia, Fao, Wwf, Greenpeace, il progetto «vuole creare un filo diretto tra due città simbolo, le uniche al mondo ad avere un parco nel cuore del centro cittadino». Serve solo un po’ di coraggio e la voglia di mettersi alla prova in quattro forme, con la narrativa o la poesia, con la fotografia o il disegno.

I destinatari dell’iniziativa sono tutti gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori della provincia di Monza e Brianza e per partecipare basta inviare un lavoro per una delle quattro sezioni previste. Vale a dire un testo di narrativa, realistico o fantastico, in lingua italiana (non superiore cinque cartelle dattiloscritte, ciascuna di 1800 battute spazi compresi e sono accettati anche racconti brevissimi), oppure una poesia inedita, sempre in lingua italiana (non superiore ai 45 versi), un disegno (con qualsiasi tecnica grafica della dimensione massima di 70 x 100 centimetri) o infine la categoria fotografia (con foto inedite, a colori o in bianco e nero, digitali o stampate, formato minimo 15×20 centimetri e prive di alcun tipo di supporto). Tutte le opere dovranno essere inviate all’indirizzo di posta elettronica casadellapoesiamonza@libero.it entro il 31 marzo.

«Al termine del concorso – annuncia la Casa della poesia – durante il Festival degli orti, in Villa reale (previsto nel mese di maggio, ndr), ci sarà la premiazione: verrà assegnata una borsa di studio di una settimana in un college di New York». I lavori di natura letteraria selezionati saranno pubblicati in un libro a cura della Casa della poesia di Monza, mentre per le arti visive sarà realizzata una mostra (il bando integrale sul sito lacasadellapoesiadimonza.it, dove sono presenti anche i moduli per iscriversi al concorso). Tutto sta a cominciare. Lui, Salinger, in un romanzo scritto nel 1951 e diventato preso un libro simobolo per generazioni di ragazzi, aveva iniziato così.

«Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com’è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle belle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne. Primo, quella roba mi secca, e secondo, ai miei genitori gli verrebbero un paio di infarti per uno se dicessi qualcosa di troppo personale sul loro conto».
Massimiliano Rossin