«Donate un’ora dello stipendioper aiutare chi è senza lavoro»

Vimercate – Un appello a credenti e non credenti per aiutare chi è rimasto senza lavoro, versando una volta al mese l’equivalente di un’ora del proprio stipendio. E, allo stesso, tempo, l’invito a non dare l’elemosina a chi mendica fuori dalla chiesa o per strada, bensì a dare un volto ‘educativo’ alla carità. La proposta è avanzata dalla Caritas parrocchiale e dalle Acli di Oreno e parte da un dato di fatto: il Fondo famiglia-lavoro della Diocesi, istituito su volere del cardinale Dionigi Tettamanzi per sostenere le famiglie in difficoltà, ha aiutato 7 famiglie orenesi per un periodo di quattro mesi.

Ma l’emergenza riguarda anche altre famiglie, forse più restie a esporsi. A queste persone che restano nell’ombra, Caritas e Acli offrono una prospettiva: recarsi alla sede Acli di via Carso o presso il centro d’ascolto Caritas di via Mazzini a parlare della loro condizione e a cercare possibili rimedi. Solo in questo modo sarà possibile rendersi conto di quante siano effettivamente le persone e le famiglie in difficoltà, in modo da operare un intervento il più razionale ed efficace possibile. E’ a questo punto che entra in scena la solidarietà degli orenesi.

Caritas e Acli chiedono a tutti di offrire ogni mese, per un anno, l’equivalente di un’ora del proprio lavoro o della propria pensione. «Se saremo capaci di ciò non solo potremo raccogliere il necessario per un fondo di solidarietà – si legge in un documento – ma avremo la possibilità di recuperare la gioia di lavorare per un interesse davvero grande, come dovrebbe essere sempre. Così chi lavora o gode di una pensione frutto del suo lavoro può ringraziare di quanto ha e tendere la mano a chi senza colpa specifica si trova a pagare per errori che non ha fatto, a chi si sente in questo momento solo con gravi problemi da risolvere».

La quota potrà essere consegnata in chiesa nell’apposita cassetta e un gruppo di persone di Caritas e Acli si incaricherà di valutare, secondo i criteri della Diocesi, le richieste di aiuto e la distribuzione dei soldi raccolti. Nel contempo chi riceverà l’aiuto si impegnerà a prestare un servizio a vantaggio degli altri. Infine Caritas e Acli invitano gli orenesi a non soddisfare le richieste dei mendicanti: «Chiediamo di non consegnare la tua elemosina a chi mendica alla porta della chiesa o per strada anche se la sua condizione ti fa pena – si legge – perché guadagnare soldi in questo modo è diseducativo. Queste persone imparano a non accettare nessuna fatica, nessun lavoro quando viene loro offerto, preferendo essere mantenuti e soprattutto non sentono il bisogno di fare un piccolo progetto di vita accettando di essere aiutati. Il risultato è che chi mendica sfrutta i tuoi sentimenti e a sua volta il più delle volte è sfruttato da vere e proprie organizzazioni. La Caritas si impegna a prendersi cura di loro non solo economicamente, ma anche in chiave educativa».
Simone Pace