Documenti falsi per avere lavoro:arrestati tre extracomunitari

Arrestati dai carabinieri di Carate tre senegalesi, uno di Giussano, uno di Seveso e uno senza fissa dimora. Per trovare lavoro hanno presentato ad un'agenzia interinale passaporto, carta 'identità e tessera sanitaria falsi. Un caso o dietro c'è la criminalità organizzata?
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Carate – La “Sacchi” di Desio diventa un precedente e i carabinieri di Carate potrebbero portare a galla una nuova criminalità, che aiuta i clandestini a trovare lavoro con mezzi al di là della legge. L’epilogo è l’arresto di tre senegalesi, di Seveso, di Giussano e di uno senza fissa dimora, già sottoposti a decreto d’espulsione, però mai rispettato, e in possesso di documenti falsi come carta d’identità, passaporto e persino libretto sanitario.

Il caso sarebbe stato segnalato all’Arma da un’agenzia di lavoro interinale, che trovando alcune anomalie nella documentazione fornita dagli extracomunitari in cerca di lavoro, avrebbe preferito fare chiarezza. Da qui sono partite le indagini, che hanno portato al controllo degli extracomunitari. I tre sono stati arrestati e sottoposti a immediato provvedimento d’espulsione, strada che avrebbero dovuto imboccare in passato, ma invece di oltrepassare i confini della Penisola, si sono presentati all’agenzia in cerca di lavoro, allungando un passaporto falso, carta d’identità falsa e falsa era anche la tessera sanitaria.

La mobilitazione dell’agenzia sarebbe la diretta conseguenza di un intervento risalente a una settimana fa effettuato dai carabinieri della compagnia di Seregno, agli ordini del capitano Luigi Spenga, alla “Sacchi” produttrice di elettroforniture con sede nell’area logistica di Desio.

Qui gli investigatori avevano trovato due senegalesi già sottoposti a provvedimento d’espulsione, assunti tramite cooperativa. Sia la cooperativa sia la “Sacchi” avevano mostrato dei documenti all’apparenza regolari, ma in realtà si trattava di falsi ben confezionati. Rimane da capire se il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con atti contraffatti o realizzati ad hoc sia prodotto dalla criminalità italiana, oppure gli stranieri abbiamo trovato i novelli Totò della truffa nel loro paese d’origine, che per tutti e cinque i casi è sempre lo stesso, il Senegal. Si tratta solo di una casualità?
Cristina Marzorati