Arcore-Concorezzo – Quello che la cronaca e le parole dei testimoni ricordano come un devastante turbine di vento, una tempesta di pioggia e grandine in un cielo buio, la scienza meteorologica non fatica a definire come F3. E a ricostruire grazie una serie di dati, raccolti in alcune stazioni della Brianza e contenuti in un reportage del Centro meteo lombardo, curato da esperti di diversi osservatori.
Un F3 sta a metà della scala Fujita, che stima l’intensità di un tornado secondo i danni che provoca; a classificare il fenomeno abbattutosi il 7 luglio 2001, Mauro Giovannoni – che ha collaborato al dossier per l’esperienza in materia – secondo cui è presumibile che i venti vi soffiassero a velocità di 250/330 chilometri orari. L’aria caldissima della Brianza, che da giorni registrava temperature oltre i 30 gradi, l’incontro con quella fredda proveniente dal nord Europa: da un mattino solo in parte nuvoloso, a un mezzogiono di terrore.
Comincia con il vento e il rombo dei temporali (annunciati) in lontananza, la temperatura in picchiata, pioggia e grandine e infine il buio. Poco dopo le 12, raffiche di vento più intense, mentre l’aria calda al suolo è sollevata da quella più fredda e crea una nube capace di percorrere 15 chilomentri in meno di cinque minuti. Alle 12.22 i cono si è già formato sopra i campi tra San Damiano di Brugherio e Concorezzo. Alle 12.25 tocca terra al Malcantone di Concorezzo nei pressi del grande incrocio semaforizzato e si scatena. Si risolleva e tocca di nuovo terra tra Arcore e Oreno e alle 12.50 raggiunge Bernate di Arcore alla sua massima potenza, per poi spegnersi a Usmate-Velate alle 13